TORONTO – Il ministro dell’Istruzione, Stephen Lecce, in tre settimane è passato dall’essere l’eroe dei progressisti (sindacati degli insegnanti, impiegati statali, “attivisti per i diritti umani”…) al bersaglio degli scontenti, degli impazienti o degli aventi diritto. Sono caratterizzati da una cultura meglio descritta come quella che incarna la mentalità secondo cui “ciò che è nostro è nostro e ciò che è tuo è negoziabile fino a quando non diventa nostro o è controllato da noi”.
Perdonate la mia osservazione, ma è stato lui a chiederlo. I suoi “amici” lo hanno obbligato. Quattro dei più grandi Provveditorati della provincia lo hanno messo in imbarazzo avviando una causa civile contro i giganti della tecnologia dei media per una somma di 4,5 miliardi di dollari per aver “corrotto” il comportamento dei bambini affidati alle cure delle loro scuole. Non è chiaro se abbia dato il permesso di procedere. Costituzionalmente, per i consigli scolastici distrettuali pubblici, queste autorità educative esistono a discrezione del governo provinciale.
Inoltre, è discutibile se, in caso di successo, tali organi possano ricevere il risarcimento del danno che una Corte può concedere. Che dire allora delle formule di finanziamento provinciale? Il Toronto District School Board sta già lamentando il suo “deficit strutturale” di 28 milioni di dollari per il quale chiede fondi al Ministero. Non è consentito avere un deficit.
Il ministro sta cominciando a capire che ci sono molte cose che ai Provveditorati non è consentito fare, ma questi vanno avanti comunque, nella speranza che il ministro soccomba alle pressioni [perché hanno il sostegno dell’NDP nella legislatura]. Stanno anche svolgendo il loro ruolo di “difensori degli emarginati”. Il Peel District School Board è stato l’ultimo a farlo, con la sua incursione negli affari internazionali e la dichiarazione del Nakba come una denuncia obbligatoria di un evento di pulizia etnica genocida che contrappone i musulmani agli ebrei.
In questo contesto, le scuole cattoliche, autorità educative parallele, devono apparire come un rifugio sicuro per i genitori alla ricerca di un “sistema educativo pubblico basato sulla morale” orientato alla famiglia, i cui valori siano radicati e protetti dall’obbligo costituzionale. Sfortunatamente per alcuni di loro, la partecipazione o il servizio in tali Provveditorati richiede l’adesione (almeno nominalmente) all’etica cattolica la cui ideologia globale e olistica mira a valorizzare un particolare concetto di dignità umana, condotta e relazioni interpersonali.
Nell’ultimo mese, il mondo cattolico, circa 1,4 miliardi di persone nel mondo e circa 4 milioni in Ontario, ha ricevuto una versione aggiornata di ciò che significa. I “progressisti” non sono contenti. Sono, per definizione, cattolicofobici. Hanno promosso e sostenuto tutte le cose non cattoliche, in un Provveditorato cattolico. Ma le scuole cattoliche non sono le loro. O non capiscono o rifiutano il concetto di “dare a Cesare ciò che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio”.
Martedì 23 aprile, nel consiglio scolastico del distretto cattolico di Toronto, verrà discussa una mozione che afferma la condotta cattolica tra i fiduciari (trustee) e il personale, richiedendo a tali individui di “essere osservanti”. È triste che sia necessaria una mozione del genere. Ancora più triste è che diversi fiduciari, senza autorità, si sono precipitati ai media per denunciare che la cattolicità della mozione non è coerente con la loro. Ma loro non sono il Magistero. Dovrebbero dimettersi se non riescono a rispettare i suoi principi. Sarebbe la cosa giusta da fare.
A cosa si oppongono? La mozione chiede che venga issata una bandiera “pro-vita” su tutte le proprietà delle scuole cattoliche. La mozione non condanna. Potrebbe attirare l’attenzione su un dibattito sul valore della Vita in generale. Per contestualizzare, secondo StatsCan nel 2022 il numero di nati vivi in Canada era di circa 345.000. Nello stesso periodo, secondo Statista, un’indagine sul numero di gravidanze interrotte segnalate nel 2022, sono state 83.710, circa il 20% di tutte le gravidanze.
Quali lezioni sta proponendo l’arcivescovo di Toronto, il rappresentante del Magistero?
Nella foto in alto, da sinistra: il premier dell’Ontario, Doug Ford, l’arcivescovo Frank Leo ed il ministro Stephen Lecce, in una foto pubblicata sulla pagina Twitter X di quest’ultimo (@Sflecce)