Fede

La Passione di Gesù è un evento di conversione e di speranza

Articolo di Don Francesco Armenti

L’evangelista Marco in tutto il suo vangelo ha lo scopo di rivelarci l’identità di Gesù. Infatti, nelle sue pagine, è ricorrente un interrogativo: «Chi è dunque costui?» (Mc 1,27; cfr. Mc 4,4; 6,14-16). Vi è il rischio che viviamo questa santa giornata  della domenica delle Palme  come un semplice ricordare, un semplice ascoltare il racconto della Passione di Gesù, semmai anche commuovendoci. Noi cristiani, però, non possiamo solo ascoltare gli ultimi accadimenti della vita di Cristo, ma nello Spirito Santo e nella celebrazione dell’eucarestia dobbiamo rivivere, nel cuore e nella pelle, il dolore, i patimenti e la speranza del Signore crocifisso. Per farlo dobbiamo chiederci dentro di noi: «Chi è dunque costui?».

Pongo a me e a voi tutti alcune brevi domande perché ognuno di noi possa rivivere la Passione del Signore trasformando la sua vita e testimoniando il vangelo dell’Amore crocifisso, che è Cristo Gesù. Chiediamoci, allora, con verità e umiltà:

– «Chi è dunque costui?» che accolto trionfalmente dalla folla a Gerusalemme risponde con il silenzio e l’umiltà?

– «Chi è dunque costui?» che dinanzi agli insulti, agli sputi, ai tradimenti, alla paura, alla sofferenza non fugge, ma continua il suo cammino verso il Calvario rinnovando la sua obbedienza al Padre, certo che Dio lo assiste?

– «Chi è dunque costui?» che per me, per te e per tutti è morto e continua a morire ancora oggi soltanto per amore?

– «Chi è dunque costui?» di cui oggi celebriamo la sua Passione?

La risposta più bella e più vera ci viene da un pagano, da un non credente, dal centurione dell’esercito romano che avendo visto morire Gesù in croce esclama: «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio» (Mc 15,39). Sì, questa è la vera professione di fede perché ogni discepolo di Gesù contemplando quell’Uomo crocifisso, che non salva sé stesso per salvare noi, come il centurione deve dire e vivere : «Davvero quest’uomo era Figlio di Dio» (Mc 15,39). L’attore inglese, Frank Topping nella sua meditazione sulla Passione di Gesù, intitolata An impossible God, immagina che il centurione pronunci queste parole: «Non ci fu mai morte come questa / e io ne ho perso il conto… / La sua battaglia non era con la morte. / La morte era sua serva, / non la sua padrona. / Non era un uomo sconfitto… / Sulla croce, la sua battaglia era qualcosa di molto più serio / che le lingue dei farisei. / No, la sua era un’altra battaglia… / Alla fine emise un alto grido di vittoria. / Tutti si chiedevano che fosse, / ma io ne so qualcosa di combattimenti e di combattenti. / Riconosco un grido di vittoria, / tra mille».

La Croce sia per tutti noi l’unico volto del Padre e l’unico modo per riconoscere Gesù come il Figlio di Dio. La croce di Gesù converta la nostra vita, trasformi i nostri cuori riempiendoli di speranza, di forza e coraggio per vivere il vangelo della misericordia, del perdono e dell’amore.

Nella foto in alto: Don Francesco Armenti, autore di questo articolo

ENGLISH VERSION OF THIS ARTICLE: The cross is the cry of victory of Christ

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