Italia, record di espatri e di immigrazione straniera: il rapporto dell’Istat
ROMA – Record di espatri e di immigrazione straniera in Italia nel biennio 2023-24: è quanto emerge dai dati diffusi questa settimana dall’Istat, in un rapporto che analizza anche le migrazioni interne della popolazione residente in Italia.
ESPATRI
Premettendo che per espatrio si intende la cancellazione anagrafica, per emigrazione all’estero, di un cittadino italiano (corrispondente anche all’iscrizione all’AIRE, l’Anagrafe degli italiani residenti all’estero), secondo il rapporto nel biennio 2023-24 gli espatri dei cittadini italiani verso l’estero sono stati complessivamente 270mila, il +39,3% in più rispetto al biennio precedente. Quanto alle immigrazioni dei cittadini stranieri, nello stesso periodo sono state 760mila (+31,1%). In entrambi i casi, sottolinea l’Istituto nazionale di statistica, si tratta di valori mai osservati negli ultimi dieci anni.
Un dato particolarmente interessante relativo agli espatri è quello che riguarda gli italiani nati in Paesi stranieri: si tratta cioè degli ex-immigrati stranieri in Italia che, una volta acquisita la cittadinanza italiana, lasciano il Paese come cittadini dell’Unione Europea. Ebbene, tra il 2023 ed il 2024 le emigrazioni di italiani nati all’estero sono state complessivamente 87mila, vale a dire circa un terzo del totale degli espatri, con una crescita media del 53,8% rispetto al 2022.
Per quanto riguarda il totale degli emigrati italiani (“nuovi” o no, cioè tutti i 270mila usciti dal Paese nel 2023-24), le destinazioni risultano essere prevalentemente europee: tra i vari Paesi, Regno Unito, Germania, Francia, Svizzera e Spagna accolgono quasi il 55% degli espatri. Sono ancora consistenti gli espatri verso l’America Latina (quasi il 10% del totale), in parte per il flusso dei nuovi cittadini italiani che, dopo la permanenza in Italia necessaria per l’ottenimento della cittadinanza, rientrano in patria.
Ma quali sono, oggi, le regioni di partenza degli emigrati italiani? Tra le regioni del Nord, il Trentino-Alto Adige si conferma la regione con il tasso di emigratorietà più alto (3,8 per mille nel biennio 2023-24), grazie anche alla posizione geografica che facilita gli spostamenti di confine. Nel Centro, il tasso più elevato si rileva nelle Marche (2,7 per mille) e, nel Mezzogiorno, in Molise (3,9 per mille) e Calabria (3,2 per mille). Campania e Puglia sono le regioni con i tassi più bassi (1,8 per mille). A livello provinciale, i tassi sono più elevati a Bolzano (4,9 per mille) e Treviso (4,4 per mille), quelli più bassi nelle province di Taranto (1,4 per mille) e Caserta (1,5 per mille).
IMMIGRAZIONE
Per quanto riguarda l’immigrazione in Italia, invece, l’incremento 2023-24 degli ingressi dei cittadini stranieri rispetto al 2022 (760mila, +31,1%) si riscontra per quasi tutte le aree di origine, ad eccezione dell’Europa (-6%), con una contrazione più marcata tra i Paesi dell’Unione Europea (-12,6%). Gli aumenti più significativi riguardano i flussi provenienti dall’Africa (+43,9%), seguono America e Oceania (+18,5% complessivamente) e Asia (+12,5%). Questi numeri mettono in evidenza una trasformazione nei flussi migratori, con un aumento delle migrazioni da aree geografiche tradizionalmente meno rappresentate nel periodo pre-pandemico. Nel dettaglio dei Paesi europei, si osserva una contrazione dei flussi provenienti dall’Ucraina (-2,7%), dal 2022 protagonista di un significativo aumento legato all’emergenza umanitaria dovuta al conflitto tuttora in corso. Nonostante il lieve calo, l’Ucraina rimane il principale Paese di origine dei flussi migratori anche nel biennio 2023-24, con una media di oltre 29mila ingressi annuali, seguita dall’Albania (oltre 28mila ingressi l’anno, -2,4%). Tra i Paesi dell’Unione Europea il calo più consistente riguarda la Romania (21mila, -24,8%).
Particolarmente rilevanti sono i flussi di provenienza africana, con un incremento significativo dal Marocco (oltre 22mila ingressi l’anno, +15,8%, rispetto al 2022) e dall’Egitto (21mila l’anno, +60,6%). Sono quasi raddoppiate le immigrazioni dalla Tunisia (15mila ingressi l’anno, +95% rispetto al 2022).
Per l’area asiatica, nel biennio 2023-24 si evidenziano forti incrementi dal Bangladesh (mediamente 28mila ingressi l’anno, +32,2%), a seguire Pakistan (21mila l’anno, +24,8%) e India (14mila l’anno, +5,4%).
Nel biennio 2023-24, gli immigrati stranieri si dirigono principalmente nel Nord Italia, (412mila, il 54,1% del totale), ripartizione territoriale con la maggiore presenza di cittadini stranieri residenti. Seguono il Mezzogiorno, con 192mila arrivi nel complesso (25,2%) e il Centro con 157mila (20,7%). A livello regionale, la Lombardia accoglie un cittadino straniero su cinque (159 mila nel biennio), mentre Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana e Lazio accolgono complessivamente quattro stranieri su 10. Infine, su scala provinciale, le principali destinazioni sono le città metropolitane di Milano e Roma, che registrano rispettivamente 65mila e 47mila ingressi nei due anni.
TRASFERIMENTI INTERNI
Il rapporto segnala, dicevamo, anche i trasferimenti di residenza tra Comuni italiani (che hanno interessato un milione 424mila individui in media annua, in calo dell’1,6% rispetto al 2021-22) evidenziando come i trasferimenti dal Mezzogiorno al Centro-Nord nel biennio 2023-24 siano stati 241mila (quelli sulla rotta inversa 125mila), determinando una perdita di 116mila residenti nel Mezzogiorno. Quattro trasferimenti interni su cinque hanno riguardato cittadini italiani, ma in termini relativi i tassi di mobilità interna mostrano una propensione dei cittadini stranieri a spostarsi significativamente maggiore rispetto a quella dei cittadini italiani: nel 2023-24 il tasso di mobilità interna medio è pari al 21,7 per mille per i cittadini italiani, oltre il doppio per gli stranieri (49,0 per mille). Per tutti, comunque, il Nord continua ad essere l’area del Paese più attrattiva e dinamica in riferimento ai movimenti interni, con un numero di arrivi dalle altre aree geografiche che supera quello delle partenze.
Il Mezzogiorno continua quindi a perdere residenti a vantaggio del Centro-Nord, registrando nel biennio 2023-24 un saldo migratorio interno complessivo di ben -116mila unità. Dei movimenti del Mezzogiorno che hanno come destinazione il Centro-Nord, in particolare Lombardia ed Emilia Romagna. Il 28,5% dei movimenti verso il Centro-Nord origina dalla Campania, il 24,1% proviene dalla Sicilia e il 18,0% dalla Puglia.
In termini relativi, però è la Calabria a registrare il tasso di emigratorietà più alto: quasi 9 individui per mille residenti in questa regione si sono diretti verso il Centro-Nord, nel biennio considerato. Seguono Basilicata e Molise, con tassi di emigratorietà pari a 7,8 e 7,3 per mille, rispettivamente. A livello provinciale, infine, il tasso di emigratorietà più elevato si registra a Crotone, da cui partono verso il Centro-Nord in media quasi 11 individui per mille residenti.
Per scaricare e/o consultare il rapporto integrale originale (dal quale è tratto il grafico in alto), cliccare qui: Report-MIGRAZIONI-INTERNE-E-INTERNAZIONALI-DELLA-POPOLAZIONE-RESIDENTE-ANNI-2023-2024-1
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