Interviste

Elezioni a Toronto,
intervista a Mark Saunders:
“La sicurezza è la mia priorità”

Oggi iniziamo la nostra serie sui candidati in lizza per l’elezione a sindaco di Toronto. Fino a ieri, domenica, settantatré persone si erano registrate presso l’ufficio elettorale del municipio. Non saremo in grado di dare a tutti loro la copertura che potrebbero desiderare.

La qualificazione di ogni candidato necessitava come minimo: 1. Prova della cittadinanza canadese, 2. Prova di residenza o attività commerciale a Toronto, 3. Approvazione da parte di almeno altri 25 concittadini, e, 4. $ 200,00.

Quando il processo di registrazione si chiuderà il 12 maggio, pubblicheremo un elenco di ciascuno di quelli ancora in corsa. Nel frattempo, proponiamo, ma non ci limitiamo, di intervistare candidati interessati che “i sondaggi” suggeriscono possano raccogliere almeno il 4% dei voti. Nelle ultime elezioni, solo il 29% degli aventi diritto al voto ha votato.

TORONTO – La sua, è stata una lunga carriera nelle fila della Toronto Police. Trentasette anni – dei quali gli ultimi cinque, dal 2015 al 2020 – in qualità di Chief.

Ancor prima di guidare le forze dell’ordine di Toronto Mark Saunders – nato nel 1962 a Londra in Inghilterra da genitori giamaicani – ha ricoperto la carica di vice capo responsabile del comando delle operazioni specializzate, ha ricoperto compiti con standard professionali, unità di street gang, divisione di intelligence, squadra antidroga, comando per la sicurezza della comunità e task force di emergenza, ed è stato comandante dell’unità della squadra omicidi. Dopo aver rassegnato le dimissioni da Chief l’anno scorso è stato candidato a Don Valley West nelle fila del Partito Conservatore nelle elezioni provinciali nelle quali è stato sconfitto dalla candidata liberale Stephanie Bowman. Ed ora Saunders, che è uno dei candidati alla poltrona di sindaco di Toronto, ha indicato che la sicurezza della comunità è il punto focale della sua campagna.

In una intervista a tutto campo concessa al Corriere Canadese Saunders ha illustrato i punti salienti del suo ambizioso programma elettorale spaziando dalla stabilità finanziaria a City Hall, alla sicurezza dei trasporti, al crimine, alla viabilità, all’emergenza case, alla salute mentale.

Negli ultimi due anni la stabilità fiscale del municipio non è notoriamente in buona forma. La città ha bisogno dell’aiuto della provincia, del governo federale. Come pensa di affrontare questo problema anche a lungo termine?
“Premesso che Toronto è la più grande città del paese e la quarta più grande del continente e che rappresenta il 20% del PIL, se Toronto non gode di buona salute il resto del Canada è nei guai. L’apatia degli elettori nasce dal governo che non capisce di cosa ha bisogno la comunità. Innanzitutto occorre essere responsabili dei soldi che abbiamo già, vedere se vengono spesi correttamente e se vengono identificate le esigenze nella città di Toronto e la risposta per me è no. Per prima cosa devo vedere esattamente dove vengono spesi i soldi, non ho idea di dove sia stato spesi il denaro. Posso dire che nella periferia di Toronto la sensazione dei residenti è che i proprietari di case stiano pagando la loro parte di tasse ma che in ritorno stiano avendo le briciole. La cosa più importante per il governo è che le decisioni prese rappresentino l’intera città e non solo una parte, non chi alza di più la voce ma tutte le comunità. Quindi guarderò i libri molto chiaramente. So che anche la provincia vuole dare un’occhiata ai libri. È necessario per comprendere appieno come viene impiegato il denaro. Inoltre siamo nel 2023 e usiamo ancora sistemi vecchi e antiquati: c’è il modo di essere autonomi, più efficienti e migliorare la qualità della vita, usare piattaforme digitali, dare alla gente la possibilità di avere le informazioni che necessitano. Fondamentalmente la responsabilità del governo della città è mantenere la città al sicuro perché questo porta affari e offre opportunità per i nuovi arrivati, e l’arrivo di nuove persone è importante. Dobbiamo creare un’infrastruttura adeguata, altrimenti l’economia e gli affari diminuiranno”.

Il Bill 3 dà al sindaco di Toronto nuovi poteri. Il sindaco può implementare la propria agenda con il sostegno di appena il 30% dei consiglieri. Un paio di candidati ha detto che non li useranno. Lei ha intenzione di usare questi poteri?
“Non ho paura di essere un leader, questa città è affamata di leadership. Lavorerò con il consenso come ho sempre fatto ma per rendere la città dinamica e prospera, decisioni devono essere prese. Se sarà necessario usare quei poteri lo farò. Si tratta di costruire un sistema della metropolitana solido, case, opportunità e sogni, e non permetterò al governo di ostacolarlo. Molti vogliono questo, altri invece non sono d’accordo con le decisioni che vengono prese”.

La gente ha paura di viaggiare sui mezzi della TTC. Cosa farebbe per rendere più sicuro il sistema dei trasporti della città?
“Non bisogna mai normalizzare la criminalità e il disordine, la città ha bisogno di una leadership che ascolti tutte le voci e dia priorità alle cose più importanti e la sicurezza è di gran lunga la questione più importante. Voglio che la città sia sicura, la metropolitana è la linfa vitale della nostra città, Toronto ha il sistema di trasporto pubblico più robusto del Canada. Dovremmo costruire un accesso alla metropolitana più forte e dinamico, se non lo faremo falliremo, i nuovi arrivati fanno affidamento sulla metropolitana, così come le aziende. Il numero di passeggeri (negli ultimi anni) è diminuito del 30%. La mia responsabilità principale è creare una cultura della sicurezza sul TTC, la prima cosa che farò è affidare la sicurezza alla polizia di Toronto, che è esperta. Userò “special constables” e ne aggiungerò altri per arrivare da 75 a 200. Voglio agenti in divisa nelle metropolitane, la loro presenza fungerà da deterrente. Inoltre videocamere sulle divise dei poliziotti, pulsante di chiamata d’emergenza che avviserà la TTC se c’è un problema, più illuminazione alle fermate per aiutare le persone a sentirsi più sicure. Abbiamo bisogno di far tornare le persone a viaggiare sui mezzi pubblici, la nostra economia non potrà che trarne dei benefici. Non dimentichiamo comunque che si tratta di disordine che si manifesta tramite il crimine. Non abbiamo a che fare con criminali, abbiamo a che fare con persone che hanno bisogno di aiuto”.

Molte persone in città hanno difficoltà a pagare l’affitto, il prezzo delle case è alle stelle, aumenta giorno dopo giorno. Qual è il suo piano per risolvere il problema?
“A causa dei problemi abitativi presenti, nella classifica che prende in considerazione le principali città canadesi, Toronto è ultima. Cinque anni fa è stata promessa la costruzione di 19.700 appartamenti con affitti economici, ne hanno costruito solo l’8%. Inoltre quattro anni fa sono stati individuati undici siti di proprietà del comune, non usati della città, per costruire case popolari ma non ne è stata costruita neppure una I costruttori, che hanno bisogno di un’approvazione che richiede dai 3 ai 5 anni per essere ottenuta, stanno lasciando la città per edificare altrove. Il mio impegno è che di questo sistema siano ritenuti responsabili sia la città che i costruttori, le approvazioni dovrebbero richiedere solo un anno. Dobbiamo costruire, i nuovi arrivati non si trovano in una buona situazione in questo momento. Dobbiamo creare incentivi adeguati, chiedere al governo federale di rimuovere la tassa HST per i grandi progetti abitativi a prezzi accessibili. Abbiamo bisogno di assicurarci che la città sia attraente per la forza lavoro. Se eliminiamo la tassa sulla proprietà, allora la gente vorrà venire qui. Abbiamo bisogno che intervengano i governi provinciale e federale”.

Lei ha detto ‘Il crimine è fuori controllo’. Come pensa di affrontare l’aumento di questo problema in città?
“Ci vorrebbero due ore per rispondere a questa domanda… Il crimine si presenta in molte forme, furti con scasso, rapine, altri reati minori. I responsabili della violenza armata sono street gang. Dobbiamo capire che i bambini non crescono pensando di voler far parte di una banda armata, ci sono altre problematiche che portano a questo. Ci vogliono soluzioni a lungo termine, la qualità della vita deve essere presente nei quartieri. Ci sono altre cose che possiamo fare per far scendere il numero dei crimini. Ho una buona comprensione di come deve funzionare, ho soluzioni per questo. Non ci sono candidati che possono capire il problema della sicurezza come me. Soprattutto quando si tratta di salute mentale, bisogna ricordare che il problema non finisce alle 5 di sera per poi ritornare alle 8 di mattina. Bisogna far di meglio ed io so come fare”.

Nel 2019 lei non ha sostenuto l’idea di abolire le armi da fuoco. Perché?
“Ci sono cittadini rispettosi della legge che amano le armi da fuoco, noi abbiamo le regole più severe quando si tratta di acquistare pistole e fucili. Ho lavorato nella più grande squadra omicidi del paese, posso dire che il numero di volte in cui una pistola legale è stata rubata e usata in un crimine era 0. Puoi vietare le pistole ma oggi puoi stampare in 3d una pistola. Non si tratta più di una persona che spara a una persona ma di un adolescente che spara a un adolescente. Ciò che motiva i teenager ad avere armi è per proteggersi. Innanzitutto bisogna capire perché hanno le pistole, poi occorre trovare le soluzioni giuste. Il divieto delle armi mi sembra più una discussione politica, ingiusta per la comunità”.

Il traffico a Toronto è caotico, tra lavori sulle strade e biciclette. Ha un piano per risolvere questa situazione?
“Sì, ho un piano per affrontare i problemi del traffico. Metterei una moratoria sulle piste ciclabili, abbiamo realizzato le due strade più grandi del Paese e le abbiamo ristrette a una corsia. Dobbiamo avere più buon senso, non sono anti piste ciclabile, ci sono posti per piste ciclabili e questi sono le strade secondarie. Montreal, ad esempio, ha forse il più grande numero di piste ciclabili di tutto il Paese, 200 chilometri, ma usano strade secondarie. I negozianti sono frustrati perché non ci sono parcheggi e non ha senso danneggiare i loro affari”.

Come pensa di migliorare le relazioni di City Hall con i due livelli di governo?
“Sono l’unico candidato che ha un colloquio diretto con entrambi gli altri livelli di governo, li capisco meglio e ho un punto di partenza migliore rispetto agli altri candidati. Avere relazioni chiave è importante, io rappresento prima di tutto il miglior interesse della città., mi sono candidato perché voglio ascoltare tutti, parlare con le comunità e prendere decisioni informate migliori per la città”.

Nelle foto sopra, lo staff del Corriere Canadese e l’editore Joe Volpe con il candidato Mark Saunders

(con la collaborazione di Francesco Veronesi e Marzio Pelù)

ENGLISH VERSION: Toronto mayoral by-election, Corriere Canadese interviews Mark Saunders: “Safety is my priority”

 

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