TORONTO – Più di un canadese su quattro ha dichiarato di essere stato colpito dagli incendi che hanno messo a dura prova gran parte del Canada durante la primavera, e più di tre su quattro affermano di ritenere che ci siano più incendi ora che in passato. È quanto emerge dall’ultima istantanea scattata da Leger per The Canadian Press. Il 26% dei canadesi e il 23% degli americani ha affermato di essere stato direttamente o indirettamente colpito dai roghi quest’anno. C’è, quindi, poco da stare allegri nei prossimi mesi.
Environment and Climate Change Canada ha pubblicato un pronostico aggiornata per l’estate che prevede che le condizioni che hanno portato agli incendi primaverili, saranno presenti anche a luglio e agosto. “I canadesi hanno sperimentato una primavera calda e secca – ha detto il meteorologo di Environment Canada Armel Castellan – le attuali previsioni stagionali suggeriscono che le condizioni di caldo anomalo continueranno in tutto il paese quest’estate”. Le conseguenze, quindi, non sono allettanti: rischio di un numero elevato di incendi, più evacuazioni e cieli pieni di fumo.
Finora, quest’anno in Canada sono scoppiati più di 2.700 incendi, che hanno bruciato 59.000 chilometri quadrati di foreste e altri terreni. È un’area totale grande poco meno delle superfici di Sicilia, Calabria e Lazio messe assieme.
Fino a ieri gli incendi in corso erano 409, 202 dei quali fuori controllo.
Il più devastante di tutti e il più grande di sempre, tra i roghi che stanno divampando in Canada è il Donnie Creek vicino a Fort St. John, in British Columbia. L’incendio, che è scoppiato il 13 maggio, si è allargato a macchia d’olio fino a superare i 310.000 ettari, un’area leggermente più grande di tutta la metropolitana di Vancouver.
Il sondaggio Leger ha rilevato che il 61% dei canadesi pensa che il caldo estremo stia diventando più frequente, mentre il 77% ha affermato che è aumentato il numero degli incendi, il 69% ritiene che ad essere maggiormente presente ora è l’aria la scarsa qualità, il 63% infine, ha detto che sono sempre più frequenti grandi oscillazioni di temperatura.
La crisi è iniziata a cavallo tra la prima e la seconda metà di aprile. I primi incendi hanno interessato la British Columbia e in breve tempo si sono estesi alle regioni confinanti, tra cui Alberta e Saskatchewan. Nuovi incendi si sono sviluppati anche nelle foreste occidentali del territorio canadese a partire dalla seconda metà del mese di aprile, interessando le province del Quebec, Nova Scotia, New Brunswick e Ontario. Entro metà maggio, i roghi hanno coinvolto quasi tutte le province canadesi.
Inoltre, il 67% del campione di persone preso in esame ha affermato di essere preoccupato dai cambiamenti climatici, il 37% ritiene che sia già troppo tardi per invertire il cambiamento climatico. La metà ha detto di ritenere che ci sia ancora tempo per invertire la rotta, mentre il 12% non crede nel cambiamento climatico.
Nella foto in alto, l’incendio a Donnie Creek in BC (foto Instagram airpura_)