Il sondaggio: i conservatori scavalcano i liberali
TORONTO – La luna di miele tra l’elettorato canadese e Mark Carney è ufficialmente finita. A certificarlo è l’ultimo sondaggio effettuato da Abacus Data, che scatta un’istantanea sui rapporti di forza tra i partiti a Ottawa, mettendo in luce come i conservatori per la prima volta dalle ultime elezioni si trovino in vantaggio rispetto ai liberali.
Secondo l’indagine demoscopica, presentata ieri sulla base di interviste effettuate dal 15 al 19 agosto, se si tornasse alle urne in questo momento i conservatori guidati da Pierre Poilievre raggiungerebbero quota 41 per cento, un punto percentuale in più rispetto al precedente sondaggio. Il Partito Liberale del primo ministro Mark Carney, invece, deve fare i conti con un calo di consenso abbastanza significativo, ben quattro punti percentuali, e scende al 39 per cento delle intenzioni di voto. L’Ndp, che si deve dotare di una nuova leadership dopo le dimissioni di Jagmeet Singh, continua a navigare in acque molto agitate e non va oltre il 7 per cento. Stabili infine il Bloc Quebecois (7 per cento), People’s Party (2 per cento) e Verdi (e per cento).
Ma come si spiega questo cambiamento di umore dell’elettorato canadese, che lo scorso aprile ha affidato le chiavi del Paese a Carney e ha sonoramente bocciato Poilievre, quest’ultimo addirittura costretto a ricorrere alle elezioni suppletive per conquistare un seggio in parlamento? A cambiare, ci spiega il sondaggio dell’Abacus, è la percezione dei canadesi della minaccia rappresentata dai dazi doganali americani e dalla guerra commerciale con gli States.
Se fino a qualche mese fa l’atteggiamento dell’inquilino della Casa Bianca rappresentava la maggiore preoccupazione per l’elettorato canadese, ora le priorità sono cambiate in maniera netta. Stando all’Abacus, il principale problema del Canada secondo gli intervistati è il crescente costo della vita nel nostro Paese (60 per cento), mentre i rapporti con Trump e con l’amministrazione americana sono relegati al secondo posto al 38 per cento. A seguire, le principali preoccupazioni continuano ad essere l’economia in generale al 36 per cento, la crisi abitativa e gli affitti alle stelle al 35 per cento, il sistema sanitario al 33 per cento, l’immigrazione al 25 per cento.
Altri temi considerati di grande importanza dagli elettori canadesi sono in cambiamenti climatici, sicurezza sul lavoro, il crimine, la povertà, la minaccia rappresentata da Cina e Russia, la riconciliazione con le popolazioni native e la minaccia delle interferenze dall’estero.
Per quanto riguarda l’approvazione dell’azione di governo, il livello di consenso per Carney continua comunque ad essere alto (49 per cento contro il 50 dell’ultimo sondaggio), mentre sale il livello di chi invece boccia l’esecutivo (dal 27 per cento al 30).
Sul fronte della distribuzione del consenso su base regionale, assistiamo a un aumento del sostegno generalizzato per i conservatori un po’ in tutto il Canada, anche in quelle province dove il divario tra grit e tory era più netto nei mesi successivi all’ultima tornata elettorale. In British Columbia, ad esempio, i conservatori hanno scavalcato i liberali con il vantaggi di un punto percentuale, raggiungendo quota 43 per cento. In Ontario i venti punti di distacco delle ultime settimane sono ormai un lontano ricordo: il Partito Liberale continua ad essere in testa con il 46 per cento delle intenzioni di voto, mai conservatori si avvicinano, raggiungendo quota 44 per cento. Stesso discorso per le Province atlantiche, dove lo scarto tra grit e tory si è ridotto ad appena due punti percentuali. L’unica provincia dove resta netto il vantaggio del partito di Carney è il Quebec, mentre in Alberta e Saskatchewan sono i conservatori ad essere nettamente in testa.