Il Covid-19 in Italia

In Italia 21.315 neo contagiati
e 264 nuovi decessi

ROMA – Lieve calo dei dati relativi alla diffusione della pandemia di Covid-19, in Italia. Ieri sono stati 21.315 i nuovi casi di coronavirus registrati nel Paese con 264 ulteriori vittime, per un totale di 102.145 decessi dall’inizio dell’emergenza. Sabato erano stati 26.062 i nuovi casi e 317 le vittime. Ieri sono stati eseguiti 273.966 tamponi molecolari e antigeni – su tutto il territorio nazionale – con il tasso di positività salito al 7,78%. I casi totali da inizio epidemia sono in Italia 3.223.142, mentre gli attualmente positivi sono 531.266, i dimessi e i guariti 2.589.731 complessivi. In isolamento domiciliare rimanevano ieri ancora 503.666 persone.

Nel frattempo, a soffrire di questa estenuante emergenza sanitaria globale, non sono solo gli anziani – quelli a maggior rischio – ma anche i più giovani. “Gli adolescenti sono sfiniti, psicologicamente molto stanchi e hanno un forte senso di precarietà”. E il disagio, attraverso sintomi di ansia e depressione, si è acuito nelle seconda fase della pandemia: il disturbo post traumatico da stress “si è trasformato in un disturbo da disadattamento con una sintomatologia più stabile e più duratura, che sta provocando anche sintomi fisici, come somatizzazioni, problemi di concentrazione importanti. Con conseguenze sul piano scolastico. E nel medio e lungo termine”.

A tracciare il quadro è stata la dottoressa Adelia Lucattini, psichiatra e psicoanalista della Società psicoanalitica italiana (Spi). Lo ha fatto durante un incontro online dal titolo, “L’impatto Covid sugli adolescenti risvolti psicologici ed esperienza clinica”. Esistono dati che confermano le difficoltà avute dai ragazzi durante questo anno e passa di pandemia da coronavirus, con tutte le restrizioni ed i lockdown imposti, oltre alla chiusura ’a singhiozzo’ delle scuole.

Lo studio dell’Istituto superiore di Sanità, realizzato insieme all’università della Campania Vanvitelli, “ha constatato un aumento dei disturbi d’ansia e depressivi del 14% nei soggetti più giovani”, ha ricordato la psicanalista. “Fobie che portano ad avere paura di andare a scuola, a non uscire di casa, a lavarsi continuamente le mani. O ai cosiddetti comportamenti ’controfobici’, ovvero adottare atteggiamenti di ’sfida’ verso ciò che terrorizza, facendo ciò che non si dovrebbe: comportarsi come se il coronavirus non ci fosse senza usare precauzioni”, ha concluso la dottoressa Lucattini.

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