Il Commento

Riunioni del G-7: intoppi e figuracce

TORONTO – “I migliori piani di topi e uomini spesso vanno fuori strada”. Succede che a volte quei progetti non vadano come previsto; qualcuno finisce in un intoppo. Per gli italiani, essere ignari della necessità di prepararsi a tutte le eventualità, indipendentemente dall’esito, è come invitare alla condanna.

È successo in uno scambio tra due premier: Trudeau e Meloni. Le riunioni del G-7 sono opportunità per i leader dei Paesi di “legare” e accrescere i propri sensi per uno scopo comune. Sono, dopotutto, tra le prime dieci economie al mondo. In quanto tali, le dinamiche del mercato internazionale li costringono a trasformare i loro interessi competitivi in partnership a vantaggio reciproco. Inoltre, in tal modo, anche se per così poco tempo, sviluppano la comprensione dei loro interessi di sicurezza comuni, qualunque forma possano assumere. Consolidano ciò che funziona ed evitano i proverbiali campi minati. Intere burocrazie, dedite a mantenere i governi e i loro leader attuali e pertinenti, che precedono e derivano da questi incontri, ruotano attorno a questi eventi. Gli incontri annuali dovrebbero essere più che servizi fotografici.

Come ha preparato questo team di “esperti” il nostro PM per il suo faccia a faccia con Giorgia Meloni, premier italiana e prima donna capo del governo? Lo sguardo sul suo viso è tutto rivelatore: “Lo  hanno informato su questo?” (non pubblichiamo la foto perché durante il fine settimana non siamo riusciti ad ottenere il permesso).

Meloni ridurrà la sua partecipazione perché, negli ultimi giorni, l’Emilia- Romagna, regione del centro-nord Italia, ha subito devastanti inondazioni, erosioni, smottamenti, evacuazioni di interi comuni (circa 20.000 cittadini in tutto, fino a ora) e 19 morti – finora. Anche la gara di Formula 1, in programma a Imola, è stata annullata. Nel sud, la Sicilia si sta preparando per un ciclone previsto per i prossimi giorni.

Nel frattempo, i trafficanti di esseri umani dall’Africa centrale e settentrionale hanno aumentato il numero e la frequenza di esseri sfortunati che scaricano sul territorio italiano, principalmente a Lampedusa, una piccola isola al largo delle coste siciliane. I totali, al 31 marzo, hanno superato quelli dei dodici mesi dello scorso anno, contribuendo agli oltre 500.000 sbarcati dal 2016. Suggerire che le risorse per la ricerca e il salvataggio e la successiva sistemazione siano esaurite sarebbe un eufemismo.

Inoltre, dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina lo scorso anno, l’Italia ha accolto e integrato 150.000 cittadini ucraini.

Contemporaneamente, ha imposto sanzioni contro i fornitori russi. L’Italia, prima della guerra, era uno dei maggiori mercati russi per il gas naturale. Ora è “russo libero”.

Niente di tutto questo è stato facile. A parte i costi in dollari che ne derivano, le forze navali iraniane e russe hanno iniziato a pattugliare il Mediterraneo orientale in una dimostrazione di forza e per proteggere e promuovere i loro interessi e quelli dei loro turbolenti stati clienti. La Meloni ha dovuto fare i conti con truculenti “alleati” come il presidente francese Macron e il cancelliere tedesco Scholz.

Meloni può essere giovane, paragonata ai politici in Europa, ma è praticata nell’arte della politica e nel raggiungimento degli obiettivi – non è sicuramente una viola che si restringe.

Il primo ministro Trudeau ha “deciso” di bacchettare la Meloni sul ritmo dell”agenda progressista” italiana, esprimendo “la preoccupazione dei canadesi” che né i tribunali né il sistema politico si stavano muovendo abbastanza velocemente per i suoi gusti.

I suoi consiglieri avrebbero potuto notare che il primo uomo apertamente non eterosessuale, Nicky Vendola, ardente comunista e cattolico, si candidò con successo alla carica politica già nel lontano 1978. Fu eletto [come governatore della] Puglia, una regione considerata di centrodestra socialmente e politicamente, dal 1992 al 2005. Per inciso, ha sposato un impiegato della Camera dei Comuni canadese, poco prima che io lasciassi l’incarico da deputato.

La Meloni è dura, ma non le mancano le buone maniere. Dopo essere stata nel settore per molto tempo, deve aver riflettuto sulla risposta che ha dato a un giornalista provocatorio sulla questione della politica progressista durante le ultime elezioni: “Sono una donna e una madre”… aggiungete voi il resto. Avanti il prossimo…

Nella foto in alto, dal sito del governo italiano, Giorgia Meloni con Justin Trudeau; sui social gira una foto di Canadian Press che la dice lunga sulla reazione della premier italiana alle parole del primo ministro canadese 

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