Canada

Il Canada verso una recessione… positiva?

TORONTO – Una “lieve recessione”, ma anche un’occasione per rialzare la testa e passare all’azione. È questo il “sunto” del rapporto pubblicato ieri da “Deloitte Canada” ed intitolato “Trade Tensions Stall Momentum” (“Le tensioni commerciali rallentano lo slancio”: è il più recente “economic outlook”, edizione Aprile 2025).

Secondo lo studio (che potete leggere e/o scaricare qui), l’economia canadese è destinata ad entrare in recessione entro la fine dell’anno, con un rallentamento che interesserà i prossimi sei-otto mesi. “Deloitte” prevede infatti una crescita negativa del PIL per il Canada nel secondo e terzo trimestre e, per definizione, una recessione si verifica per due trimestri consecutivi di crescita negativa del PIL.

Si prevede comunque anche un modesto incremento del PIL canadese dell’1,2% annuo, grazie in parte ad un buon inizio d’anno ed una potenziale ripresa a fine anno: il PIL crescerà in tutte le province quest’anno, con il Newfoundland and Labrador e l’Alberta che vedono il dato più alto, + 1,7%.

Sul fronte dell’occupazione, il rapporto prevede che la crescita scenderà all’1% e che il tasso di disoccupazione salirà probabilmente oltre il 7%, con l’aumento della perdita di posti di lavoro. Anche la fiducia dei consumatori è crollata, con i canadesi sempre più preoccupati per la propria salute finanziaria. Quanto alle vendite immobiliari, hanno raggiunto il livello più basso dal 2009, probabilmente a causa del fatto che acquistare una casa diventa molto meno allettante quando le persone sono preoccupate per il proprio lavoro.

Con la crescente incertezza economica e la debolezza della domanda, le aziende stanno arretrando, riducendo i piani di investimento e preparandosi ad un periodo di rallentamento.

Ma, dicevamo, il rapporto non è tutto negativo: l’inflazione, per esempio, è destinata a mantenersi vicina al tasso-obiettivo del 2% della Bank of Canada. Le previsioni indicano inoltre che potrebbero esserci anche alcuni rialzi a lungo termine per le aziende canadesi e le prospettive evidenziano un potenziale di crescita a lungo termine per esse.

Con le aziende statunitensi e cinesi che si trovano ad affrontare costi crescenti a causa dei dazi doganali, le industrie canadesi potrebbero persino trovare opportunità per intervenire ed incrementare le proprie esportazioni. Insomma, parafranso parole scritte nel rapporto di “Deloitte”, potrebbe trattarsi di “una rara opportunità per il Canada di risollevarsi e di agire. La crisi tariffaria potrebbe essere il catalizzatore di un cambiamento tanto necessario”. Come dire: alla fine, non tutti i mali vengono per nuocere.

Foto di Albert Stoynov da Unsplash

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