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“Il Canada potrebbe diventare il 51° Stato americano”: la beffa diventa umiliazione

TORONTO – Non solo il danno, ma anche la beffa, che assume le sembianze dell’umiliazione. Con il passare dei giorni emergono sempre nuovi dettagli dell’incontro di venerdì scorso in Florida tra Justine Trudeau e Donald Trump nella residenza privata del tycoon newyorchese.

Il meeting era stato organizzato per parlare dell’ipotesi – sempre più concreta – dell’imposizione di dazi doganali del 25 per cento per tutti i prodotti canadesi a partire dal prossimo 21 gennaio, quando Trump sarà ufficialmente il nuovo inquilino della Casa Bianca.

Ebbene, stando a quanto riportato da Fox News, il presidente eletto durante l’incontro non solo avrebbe ribadito al primo ministro canadese che i dazi saranno attivati e semmai ridiscussi in un secondo momento, ma si sarebbe spinto oltre, scherzando su una possibile soluzione per evitare le pesanti tariffe che potrebbero provocare una grave recessione in Canada.

“Caro Justin – avrebbe detto – il Canada per evitare i dazi doganali dovrebbe semplicemente diventare il 51° Stato degli Usa. In questo caso, tu diventeresti il Governatore dello Stato americano del Canada”. Una battuta, certo, che a quanto pare era già stata fatta in passato durante i primi quattro anni di Trump nello Studio Ovale di Washington. Ma dobbiamo metterci nei panni del primo ministro, che raggiunge Mar-a-Lago con l’obiettivo di incassare la promessa di stop ai dazi e non solo rimedia un nulla di fatto, ma si trova davanti il suo potente interlocutore che scherza di fronte a un provvedimento che potrebbe avere degli effetti catastrofici sull’economia canadese.

Sulla vicenda è intervenuto ieri Dominic LeBlanc, che ha voluto minimizzare.

“In una serata sociale di tre ore – ha dichiarato il ministro della Pubblica sicurezza – nella residenza del presidente in Florida nel fine settimana del Ringraziamento americano, la conversazione è stata spensierata. Il presidente raccontava barzellette, il presidente ci prendeva in giro, non era, ovviamente, in alcun modo un commento serio”.

“Il fatto che ci sia un rapporto caldo e cordiale tra i due leader e che il presidente sia in grado di scherzare in questo modo, pensiamo, sia una cosa positiva”, ha poi aggiunto

Alla domanda su cosa abbia detto esattamente Trump sull’annessione del Canada, LeBlanc ha sottolineato che l’osservazione del 51° stato è stata solo uno dei momenti “divertenti e divertenti” della serata e poi ci sono stati “momenti in cui siamo stati in grado di fare un buon lavoro per il Canada” discutendo di questioni commerciali e sicurezza delle frontiere.

Secondo LeBlanc l’incontro è stato “molto produttivo” e che c’era un calore e una cordialità genuini tra i canadesi e gli americani a tavola.

Stando a Fox News, che è stata la prima a riportare la battuta di Trump, il commento ha suscitato “risate nervose” da parte di Trudeau e dei canadesi riuniti.

Nel frattempo ieri Trudeau ha convocato un incontro con il leader conservatore Pierre Poilievre e gli altri leader dei partiti d’opposizione a Parliament Hill per informarli sulla sua visita in Florida per incontrare Trump.

Poilievre nei giorni scorsi ha definito l’incontro un fallimento. “Normalmente, quando un primo ministro va negli Stati Uniti per incontrare un presidente, sta cercando di ottenere guadagni. Quali vantaggi abbiamo ricevuto da Trudeau? Nessuno. Sta solo cercando di limitare le perdite”.

Nella foto in alto, un passaggio di frontiera tra Canada e Stati Uniti

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