TORONTO – Togliere con una mano e ridare con l’altra. Il governo federale è ancora una volta nel mirino, questa volta sul fronte delle sue politiche ambientali: a far detonare la polemica è stata la presentazione di un rapporto che mette in luce come Ottawa continui a finanziare pesantemente l’industria dei combustibili fossili, e questo nonostante l’esecutivo guidato da Justin Trudeau abbia sposato – almeno in apparenza – la causa della difesa dell’ambiente. La questione è estremamente delicata, più di quanto possa apparire con una prima occhiata.
Il primo ministro in questi anni ha plasmato le politiche ambientali sulla base di una scelta strategica di fondo: l’inquinamento porta con sé un costo collettivo, e quindi chi inquina deve pagare. A livello legislativo, questo assunto è stato tradotto con la creazione della tanto vituperata Carbon Tax e con un delicato meccanismo di penalizzazioni per chi supera i limiti e di premi per chi li rispetta.
Ma il rapporto presentato da Environmental Defence rimette in discussione l’intero architrave delle politiche ambientali del governo liberale. Il perché è presto detto: secondo l’analisi presentata ieri, l’esecutivo federale ha stanziato nel 2023 qualcosa come 18,6 miliardi di dollari a favore dell’industria del combustibili fossili, per definizione il comparto produttivo maggiormente inquinante del tessuto economico del Canada. Nel dettaglio Ottawa ha offerto un prestito di garanzia per 8 miliardi di dollari per l’oleodotto Trans Mountain, circa 7,4 miliardi di dollari di finanziamenti pubblici messi a disposizione attraverso la compartecipata Export Development Canada e 1,3 miliardi di dollari per progetti cattura e contenimento di anidride carbonica. Ma non solo. Questo pesante sostegno finanziario è stato garantito nonostante che il governo lo scorso luglio avesse annunciato il graduale stop agli stanziamenti per il settore in questione. Togliere con una mano e ridare con l’altra, appunto.
Gli attivisti per il clima hanno chiesto per anni al Canada di ridurre il suo sostegno all’industria dei combustibili fossili e di dare invece priorità a forme di energia più pulite e rinnovabili.
“Questa è una sorta di cartina di tornasole per capire se il governo sta effettivamente intraprendendo azioni serie”, ha detto Julia Levin, direttore associato di Environmental Defence. “E questo test dimostra come il governo federale stia continuando a dare sussidi”.
I numeri di Environmental Defence sono solo leggermente in calo rispetto all’anno scorso, quando calcolava 20,2 miliardi di dollari di sostegno finanziario. Il quadro relativo alle sovvenzioni inefficienti ha lo scopo di eliminare gradualmente i finanziamenti per il petrolio e il gas, con alcune eccezioni, come per i progetti che riducono le emissioni di gas a effetto serra, sostengono l’energia pulita o catturano il carbonio e lo immagazzinano nel sottosuolo.
L’analisi ha rilevato che Export Development Canada ha fornito finanziamenti pubblici a molte aziende. Il finanziamento includeva 300 milioni di dollari per la Nova Chemicals Corporation, una società petrolchimica, e 200 milioni di dollari per Enbridge.
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