TORONTO – Alberta e British Columbia – al contrario dell’Ontario e di altre province – non si fermano davanti al numero dei casi di Covid in costante aumento e proseguono spedite con il loro piano di riapertura delle scuole. Da ieri tutti gli studenti sono tornati nelle loro classi. “Gli esperti in tutto il Canada e in tutto il mondo continuano a sottolineare l’importanza dell’apprendimento in presenza per preservare la salute generale dei nostri bambini e dei nostri giovani – ha affermato la ministra dell’Istruzione dell’Alberta Adriana LaGrange in una conferenza stampa – le famiglie mi hanno detto personalmente che le lezioni in presenza sono la cosa migliore per i bambini”.
Al momento sono tantissimi i genitori che vorrebbero affossare la didattica a distanza che ritengono inutile e dannosa per i ragazzi. “La maggior parte dei ragazzi si sente più connessa, impara meglio e generalmente prospera quando frequenta la scuola – ha aggiunto LaGrange – questo è il motivo per cui il governo dell’Alberta ha dato grande priorità all’istruzione sicura in classe e cerca di assicurarsi che le nostre scuole dispongano degli strumenti di cui hanno bisogno”.
Intanto la guerra alle lezioni online corre sul web. Un gruppo di oltre 3mila persone – 3.400 per la precisione – si è unito ad un gruppo online per boicottare il trasferimento degli studenti dell’Ontario alle lezioni virtuali.
Il gruppo Facebook a partire da venerdì pomeriggio, ha utilizzato l’hashtag #dontlogon come un grido di battaglia per i genitori che ora sono costretti a passare all’apprendimento online per la quarta volta durante questa pandemia di Covid-19. “Abbiamo scelto di non accettare lo studio online – ha detto Lisa Donegan Baetz a CTV News Toronto – soppesando lo stress sul valore dell’istruzione che i ragazzi stanno effettivamente ricevendo online, la nostra decisione è stata di non far partecipare i nostri figli”. “Ai miei due figli manca la routine, vedere i loro amici, il loro insegnante – ha aggiunto Oxana Roma – non so quanto stia davvero imparando un bambino di cinque anni al computer quando è a casa con ogni sorta di distrazione. Che tipo di istruzione è questa?”.
Per conciliare la didattica a distanza dei figli con il lavoro e gli impegni quotidiani in generale occorre fare i salti mortali, hanno affermato altri genitori. Nel frattempo continua la raccolta fondi organizzata dall’Ontario Families Coalition per poter intentare un’azione legale contro il governo: la pagina Go Fund Me è arrivata finora a quota 30.265 dollari.
Il governo intanto fa scena muta. L’unica dichiarazione, che ribadisce peraltro quanto già dichiarato in precedenza, è stata quella della portavoce del ministero dell’Istruzione Caitlin Clark. “Sappiamo che genitori e studenti stanno affrontando grandi livelli di difficoltà nel far fronte a questa pandemia globale – ha affermato la Clark – riteniamo che sia importante che gli studenti continuino a seguire il proprio insegnante, motivo per cui abbiamo deciso che almeno il 70% della giornata debba essere dedicato alle lezioni dal vivo”.
E la Clark ha ribadito anche l’impegno del governo a migliorare i sistemi di ventilazione delle scuole, a distribuire mascherine N95 al personale e mascherine a tre strati agli studenti oltre a garantire un accesso accelerato alle dosi di richiamo del vaccino. Fine ultimo è poter far rientrare nelle classi gli studenti della provincia il 17 gennaio anche se il premier Ford ha dichiarato che non può ancora dire con certezza se davvero sarà così.