Canada

Guerra commerciale, si cerca via d’uscita al braccio di ferro

TORONTO – Una via d’uscita a una guerra commerciale nella quale non ci saranno vincitori, ma solo vinti. È questo l’obiettivo della delegazione canadese che ha raggiunto ieri Washington nel tentativo di riavviare il dialogo con l’amministrazione Trump, a conclusione di una settimana caratterizzata da tensioni, nuovi dazi e contro tariffe, minacce e ritorsioni commerciali.

Ieri pomeriggio il premier dell’Ontario Doug Ford (nella foto sopra), il ministro federale dell’Economia Dominic Leblanc e l’ambasciatrice canadese a Washington Kirsten Hillman si sono incontrati con il segretario al Commercio Howard Lutwick. Nel meeting sono stati toccati tutti i punti nevralgici della crisi, a partire dalla presunta miccia che ha innescato il braccio di ferro – la presunta crisi ai confini per via dello spaccio di fentanyl e l’immigrazione clandestina incontrollata – fino alle questioni chiave che dividono il governo canadese dall’inquilino della Casa Bianca.

Attualmente sono già in vigori dazi e contro dazi, mentre nei prossimi giorni potremmo assistere a una nuova improvvisa escalation. Dal 12 marzo gli Stati uniti hanno attivati dazi doganali del 25 per cento sull’alluminio e l’acciaio importati dall’estero. La misura colpisce soprattutto il Canada: solamente per quello che riguarda l’alluminio, il nostro Paese è il maggior esportatore negli Stati Uniti, per un valore complessivo di 40 miliardi di dollari canadesi all’anno. Sempre da mercoledì Ottawa ha risposto con una lunga lista di contromisure commerciali, attivando dazi doganali per prodotti del valore di 30 miliardi di dollari, che si vanno ad aggiungere ai contro dazi già in vigore dallo scorso 3 marzo.

Dall’incontro con Lutnick non sono stati raggiunti risultati concreti. Ma è importante, come hanno sottolineato ieri le due parti in causa, che continui il dialogo tra Ottawa e Washington per cercare di venire a capo di una guerra commerciale iniziata da Donald Trump contro il Canada, tacciata anche ieri dal Wall Street Journal come “la più stupida guerra commerciale della storia”. E ieri, per il quarto giorno consecutivo, le tensioni commerciali in Nord America sommate a quelle con la Cina e con l’Unione europea hanno avuto pesanti ripercussioni nei mercati finanziari, con il Tsx e Wall Strett che sono andate nettamente in rosso.

Ma nella road map commerciale attivata dal magnate americano, al suo secondo mandato presidenziale, la data chiave è rappresentata dal 2 aprile, quando gli Stati Uniti metteranno in piedi una ragnatela protezionistica che non ha precedenti nella storia degli Stati Uniti degli ultimi decenni. Washington infatti ha intenzione di creare tariffe doganali reciproche verso tutti i Paesi che hanno ancora in vigore dazi per i prodotti americani. Unione europea, Cina, India, Canada e tantissimi altri Paesi potrebbero essere colpiti da dazi molto pesanti. Trump nei giorni scorsi, nello stigmatizzare il comportamento del Canada, ha usato come esempio le misure protezionistiche di Ottawa per tutelare il settore dei latticini, con tariffe del 270 per cento per numerosi prodotti. Allo stesso tempo il presidente americano si è scagliato contro quanto avviene nel mercato bancario canadese dove, a suo dire, gli istituti creditizi americani non possono entrare. In questo caso, come peraltro ribadito dal governo canadese, si tratta di una fake news bella e buona, visto che in Canada operano con successo ben otto gruppi bancari americani che tra l’altro detengono la fetta più ampia del mercato bancario riservato ai gruppi stranieri. Fatto sta che questa situazione sta producendo un clima di grande incertezza nel nostro Paese. Gli economisti sono concordi nel prevedere la recessione nel caso in cui la guerra commerciale dovesse perdurare.

La lista / Alcuni prodotti sottoposti a dazi

Di seguito, la lista di alcuni prodotti importati in Canada dagli Usa sottoposti a dazi doganali del 25%. Candele, colle, ombrelloni e ombrelloni, articoli per la casa e per il bagno di porcellana, oggetti ornamentali in ceramica, oro, compreso l’oro placcato con platino, greggio o semilavorato o in polvere, lavori di perle fini o coltivate, di pietre preziose (gemme) o di pietre semipreziose (fini), sintetiche o ricostituite, bigiotteria, fornelli, cucine, griglie, fornelli, barbecue, bracieri, fornelli, radiatori per il riscaldamento centrale, articoli per la tavola, la cucina, sanitari e parti in ferro o acciaio, utensili manuali, seghe a mano, pagliette e spugne abrasive o lucidanti, coltelli e lame da taglio per macchine o per apparecchi meccanici, apparecchi meccanici azionati a mano, di peso pari o inferiore a 10 kg, utilizzati per preparare, condizionare o servire cibi o bevande, lucchetti e serrature di metalli comuni, forniture per ufficio, inclusi schedari, attrezzature da scrivania, campane, gong e prodotti simili chiusure, fibbie, ganci e oggetti simili utilizzati nell’abbigliamento o negli accessori.

More Articles by the Same Author: