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Greenbelt, si complica
la posizione di Ford

TORONTO – Il premier dell’Ontario Doug Ford ha incontrato nel 2021, faccia a faccia, il costruttore Sergio Manchia di Hamilton per discutere della rimozione della sua terra dalla Greenbelt nel 2021: lo rivelano dei documenti ai quaqli fa riferimento la CBC, che contraddicono ciò che lo stesso Ford aveva precedentemente affermato, cioè che “non ha alcun ricordo” di aver incontrato Manchia, né era a conoscenza dei cambiamenti proposti prima del 2022, quando è iniziata la rimozione di alcuni terreni dalla Greenbelt per renderli edificabili. L’incontro si sarebbe, invece, svolto più di un anno prima che il governo Ford annunciasse pubblicamente il suo piano per consentire a sviluppatori selezionati di costruire sulla Greenbelt, secondo un’e-mail pubblicata lunedì tra migliaia di pagine di documenti ottenuti da “Environmental Defense”.

Lo scopo dell’incontro sarebbe stato, appunto, quello di discutere l’apertura allo sviluppo del terreno di Manchia, in area, Greenbelt, tra Barton Street e Fifty Road, secondo un’e-mail indirizzata all’assistente esecutivo di Ford da Scott Beedie, un pianificatore della società UrbanSolutions dello stesso Manchia. “Le parti hanno concordato di portare avanti la richiesta poiché era in linea con gli obiettivi della Provincia di aiutare i Comuni a fornire gli alloggi tanto necessari”, ha scritto Beedie.

Manchia ha poi incontrato Ford in molti altri eventi e ha anche acquistato quattro biglietti per l’addio al celibato di sua figlia, che ha consegnato ad uno dei suoi pianificatori, Matt Johnston.

In ogni caso, non era segreto il fatto che da anni Manchia chiedesse che la sua proprietà fosse rimossa dalla cintura verde. L’incontro di settembre 2021 “è stato solo l’ultimo di uno sforzo pluriennale, chiedendo sia al governo precedente che al governo del signor Ford di correggere ciò che noi e il consiglio di Hamilton ritenevamo fosse un errore”, ha detto lo stesso Johnston. Anzi: lo staff di Hamilton supportava il cambiamento, tant’è che Manchia – spiega Beedie – aveva il sostegno del capo-pianificatore di Hamilton e del sindaco per consentire la costruzione di duecento case sui quattro acri di terra.

Un anno dopo quegli incontri, il governo Ford ha rimosso la terra di Manchia dalla Greenbelt, insieme ad altri quattordici siti nell’area di Greater Hamilton e Toronto. Poi, dopo le prime indagini sulla Greenbelt e soprattutto quella dell’RCMP, ancora in corso, circa presunti “favori” a costruttori da parte del governo provinciale, la Provincia stessa ha fatto dietrofront aggiungendo nuovamente tutti i siti alla “cintura verde” e rendendoli di nuovo non edificabili.

Ma la frittata, a quel punto, ormai era fatta. E quasi ogni giorno saltano fuori documenti nuovi e sempre più imbarazzanti per il premier Ford e per il suo governo.

In alto: il premier dell’Ontario, Doug Ford, in una foto tratta dalla sua pagina Twitter X – @fordnation

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