Il Commento

G-7 sotto pressione. Alla Meloni la sfida

Dopo aver fatto breccia nella “nebbia della guerra”, due questioni urgenti minacciano l’Unione Europea e l’Alleanza NATO. Sono tanto facilmente identificabili quanto complesse nella loro soluzione. Una è la questione dell’“immigrazione”, l’altra delle “guerre” devastanti: una in Ucraina, l’altra a Gaza.

Le dimensioni della migrazione di massa dai Paesi di origine attraverso l’Europa vanno oltre la comprensione/apprezzamento di coloro che vivono l’isolata esperienza nordamericana. I quattro membri europei del G7 non si possono permettere di vivere nella “beata ignoranza”.

Secondo il portale dell’UNHCR, al 15 febbraio 2024, l’invasione russa dell’Ucraina ha causato circa 10.000 morti e generato oltre sei milioni di rifugiati (6.479.700) che cercano “spazi sicuri” altrove: 6.004.100 in Europa, 475.600 fuori Europa (vedere la grafica in questa pagina – da Wikipedia / UNHCR – per scoprire in quali Paesi europei: però i dati si riferiscono al luglio del 2023).

Negli ultimi due anni, il costo monetario per accogliere i rifugiati in Europa, in base al potere d’acquisto, in dollari canadesi comparabili, ammonterebbe a circa 187 miliardi di dollari. Questi costi materiali sono solo l’inizio. La dislocazione economica ha richiesto un delicato atto di equilibrio.

La situazione potrà solo peggiorare man mano che gli Stati Uniti continueranno a fare pressione sui partner del G7 e della NATO affinché aumentino gli stanziamenti per la difesa al 2% del PIL ogni anno. Per il Canada, si tratta di circa 40 miliardi di dollari, il doppio del livello attuale (nei prossimi cinque anni un ulteriore 100 miliardi di dollari). Le “voci grosse” come quella del presidente francese Macron, intenzionalmente o per effetto, alimentano le fiamme della “militarizzazione” con il loro linguaggio aggressivo di “stivali [della NATO] sul terreno” in Ucraina.

Non sta dicendo la stessa cosa riguardo a Gaza, dove il numero consensuale di persone uccise ha superato le 30.000 (di cui circa il 40% bambini di età inferiore ai 14 anni) e il numero degli sfollati ha superato la soglia del milione. Rifugiati ed emigranti arabi e musulmani stanno comparendo in Canada e Nord America in numeri mai visti prima, dando origine a una “politica della diaspora” tagliente.

Mentre il Canada è alle prese con la crisi degli studenti internazionali con visto (650.000 di loro l’anno scorso) e con i suoi milioni e più di “lavoratori privi di documenti”, l’Italia ha un altro serio problema demografico. Negli ultimi dieci anni, circa 400.000 persone [contrabbandate] dall’Africa, ogni anno tentano di sbarcare sulle sue coste – la Guardia Costiera raccoglie ogni anno più di 2.000 di queste anime sfortunate dal Mediterraneo.

I primi ministri Meloni e Trudeau, in qualità di presidenti del vertice del G7 di questo e del prossimo anno, potrebbero proporre alternative a ciò che non ha funzionato e stringere un’alleanza per promuovere qualcosa di diverso dalla guerra.

L’immagine in alto è di Lola Anamon da Pixabay

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