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Nuove promettenti ricerche
nella lotta al Covid-19

TORONTO – Un’equipe di scienziati canadesi ha rivelato alcuni promettenti risultati relativi ad una potenziale nuova cura per il Covid-19. Oggetto delle rivelazioni è un farmaco antivirale sperimentale, il Peginterferon-Lambda. Sarebbe questo non solo il prossimo, ma anche il preferibile trattamento dei pazienti contagiati dal virus.

I risultati della ricerca clinica di fase 2, appena conclusa, sono stati pubblicati nella prestigiosa rivista medica, The Lancet Respiratory Medicine, nell’edizione del 5 febbraio. I dati suggeriscono che il trattamento col farmaco antivirale potrebbe accelerare la guarigione per le persone già infettate dal coronavirus. La notizia è incoraggiante, mentre le comunità lavorano per frenare la diffusione del virus.

Il dottor Jordan Feld, specialista epatologo presso il Toronto Centre for Liver Disease dell’University Health Network (UNH), ha guidato lo studio clinico randomizzato in doppio cieco, a Toronto. La ricerca ha coinvolto un gruppo di sessanta partecipanti (ambulatoriali), con infezione da virus Covid-19 confermata in laboratorio, di livello da lieve a moderato. Metà del gruppo nello studio ha ricevuto una singola iniezione del farmaco antivirale. L’altra metà ha ricevuto il placebo.

Secondo i risultati dello studio, l’80% dei pazienti che hanno ricevuto la terapia farmacologica aveva livelli non rilevabili del virus, entro il settimo giorno, rispetto al 63% del gruppo placebo.

I risultati sono stati più significativi nei pazienti che hanno registrato livelli più elevati del virus nel loro sistema, all’inizio della ricerca. Fra coloro che hanno ricevuto il trattamento antivirale, il 79% è stato in grado di ridurre la quantità di Covid-19 nel proprio corpo ad un ritmo più veloce rispetto al gruppo placebo, verificato al 38%. Vale a dire, i pazienti trattati avevano quattro volte più probabilità di aver eliminato l’infezione entro sette giorni.

Gli scienziati sono entusiasti. I risultati suggeriscono che il trattamento con la terapia antivirale potrebbe migliorare gli esiti clinici, abbreviare la durata del virus, potenzialmente ridurre la trasmissione e forse arrestare il percorso del virus. Allora, come funziona? Gli interferoni sono proteine presenti in natura, prodotte dal corpo in risposta a infezioni virali. Sono i primi soccorritori del sistema immunitario.

Intervistato dal Corriere Canadese, il dottor Feld ha detto che il beneficio del Peginterferone- Lambda è che è più mirato e attivo solo in alcune parti del corpo, vale a dire, il fegato, l’intestino e, in particolare, i polmoni. Altri interferoni sono più attivi in tutto il corpo, il che è utile per combattere l’infezione, spiega il dottor Feld, aggiungendo, “tuttavia significa che sono un po’ più inclini a causare effetti collaterali, mentre il Peginterferone-Lambda tende ad avere molto meno effetti collaterali”.

Nello studio, il gruppo trattato con la terapia antivirale aveva effetti collaterali simili a coloro i quali avevano ricevuto il placebo. Sono necessari ulteriori studi per dimostrare l’efficacia del farmaco nel trattamento delle persone con infezioni gravi da Covid-19, ma i risultati sembrano promettere un passo nella giusta direzione.

Attualmente sono in corso altri studi per valutare l’effetto del farmaco antivirale nei pazienti ricoverati. I ricercatori non vedono l’ora di uno studio tipo di fase 3 che includa un gruppo più ampio di individui, tra cui anziani e popolazioni più vulnerabili.

L’importanza di questa ricerca arriva in un momento in cui le varianti del Covid-19 più trasmissibili circolano in tutte le comunità. Le preoccupazioni derivano casomai dai problemi associati all’implementazione del vaccino ed alla loro efficacia sui nuovi ceppi virali.

Il dottor Feld ha sottolineato che “il Peginterferone-Lambda lavora sulla persona, piuttosto che sul virus. Avere un trattamento come questo che non sarà influenzato dalla sequenza o dal ceppo del virus potrebbe essere abbastanza importante”. È una ulteriore speranza.

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