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Canada tra i leader
nella sostenibilità oceanica

TORONTO – Gli oceani coprono oltre il 70% della superficie terrestre. Potremmo considerarli una fonte di energia rinnovabile, termica o meccanica. Gli oceani catturano il calore del sole mentre le loro correnti e le onde generano energia meccanica.

Lo sfruttamento di questa vasta risorsa naturale, proteggendo al contempo il suo ecosistema e la sua biodiversità, sono stati alcuni degli argomenti di discussione al COP26 Summit.

Come delineato nel MIT Technology Review: The Blue Technology Barometer 2021 Report (BTB) il Canada sembra classificarsi tra i leader globali per quel che concerne lo studio dell’ambiente oceanico, dell’attività marina, dell’innovazione tecnologica, della politica e della regolamentazione.

Lo studio ha classificato 66 paesi e territori “costieri” (quelli confinanti con mari e oceani) in diverse aree, tenendo conto dei loro progressi e del loro impegno verso la sostenibilità che derivano dal proteggere l’ambiente oceanico attraverso l’innovazione tecnologica e valide policy governative.

Il Canada ha la costa più lunga del mondo, la che misura oltre 243.000 km. Nella classifica del BTB Report, ha ottenuto un punteggio di 6,38 su 10; buono per il decimo posto assoluto (vedi tabella in alto).

Nel Discorso del Trono di martedì, il governo del primo ministro Justin Trudeau ha riconosciuto la necessità di andare “più lontano” e “più velocemente” nell’intraprendere azioni concrete per combattere il cambiamento climatico. Il discorso ha anche sottolineato che “la protezione delle nostre terre e dei nostri oceani affronterà la perdita di biodiversità”.

Gli autori del rapporto BTB sottolineano anche la necessità di un approccio più coordinato per aumentare lo stato di salute e la resilienza dell’oceano che va di pari passo con maggiori sforzi a terra per ridurre le emissioni di carbonio. Nel piano rientra anche il trasporto marittimo nazionale. Ad esempio, i traghetti elettrici varati a Kingston, in Ontario, potrebbero essere il catalizzatore di una più ampia transizione verso il trasporto marittimo elettrico in tutto il Canada.

Il primo posto nel “Blue Technology Score Board” va al Regno Unito, con un punteggio di 7,83. L’alto posto in classifica del paese è dovuta, in gran parte, ai suoi ecosistemi “Blue Technology” e alla sua posizione negli impianti di energia rinnovabile offshore, che includono il più grande parco eolico offshore del mondo.

La Germania è al secondo posto con un punteggio di 7,54. Gli sforzi del governo tedesco nella conservazione marina costiera, sia in patria che all’estero, hanno portato la nazione tra i leader globali nella “tecnologia blu”. Questo è impressionante per un paese che è quasi senza sbocchi sul mare, fatta eccezione per la sua costa settentrionale lungo il Mar Baltico e il Mare del Nord.

Non a caso, quattro paesi nordici sbarcano nella top ten: Danimarca a 7,37; Finlandia a 6,93; Norvegia a 6,92 e Svezia a 6,71. Questi paesi sono rispettivamente al terzo, quinto, sesto e ottavo posto. Gli autori del rapporto BTB hanno attribuito ciò ai “governi orientati alle soluzioni collaborative e agli ecosistemi di innovazione tecnologica digitale profonda”, riconoscendo anche la connessione con le loro economie marittime.

Altri paesi che stanno facendo progressi per quel che concerne l’impegno verso la protezione della sostenibilità degli oceani includono l’Australia, al 15° posto su 66 paesi in totale, l’Italia al 21° posto e il Portogallo al 26°.

Trudeau ha evidenziato un senso di urgenza nel chiedere una “sostenibilità degli oceani” più aggressiva. Questa vasta risorsa naturale, che cattura e immagazzina circa un terzo delle emissioni globali di gas serra, è minacciata dall’inquinamento, dall’acidificazione e dai cambiamenti climatici. Insieme, questi influiscono direttamente sulla biodiversità e sul funzionamento degli ecosistemi.

A livello globale, più di tre miliardi di persone fanno affidamento sugli oceani per il proprio sostentamento. In quanto tali, gli oceani sono una fonte primaria di vita per l’intero pianeta. Ciò sottolinea ulteriormente la necessità di una maggiore azione verso la tecnologia innovativa a sostegno della sostenibilità degli oceani.

(traduzione in italiano a cura di Mariella Policheni)

 

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