Canada

Flavio Volpe: in questa fase la parola chiave è “pazienza”

TORONTO – Di fronte alle minacce del presidente eletto Donald Trump serve solamente una cosa: la pazienza. Lo sostiene Flavio Volpe (nella foto sopra), che durante un’intervista concessa al Corriere Canadese ha sottolineato come a suo avviso, in questa fase, l’errore più grave per il governo canadese sarebbe quello di lasciarsi trasportare dagli umori del momento e di adottare, di conseguenza, una strategia affrettata che non porterebbe ad alcun risultato. Anche perché, secondo il presidente dell’APMA (Automotive Parts Manufacturers’​ Association), in questo momento manca ancora un interlocutore a Sud del confine.

“Se contattiamo la Casa Bianca adesso – aggiunge – chi ci risponde? Il presidente Joe Biden. Dobbiamo quindi aspettare e prepararci per il 21 gennaio, quando avremo un nuovo presidente nel pieno delle sue funzioni”.

Ma avere pazienza, è questo il ragionamento di Flavio Volpe, vuol dire anche prepararsi a una risposta unitaria sapendo distinguere cosa è basato sulla realtà e cosa invece rappresenta una semplice minaccia, nell’annuncio del 25 per cento di dazi doganali che il tycoon newyorchese vorrebbe imporre al Canada e al Messico. Anche perché il modus operandi di Trump non è affatto nuovo: c’è prima il colpo ad effetto che provoca lo choc iniziale, poi si passa alla fase più pragmatica del negoziato nel quale occorre nervi saldi e – appunto – tanta pazienza. E Volpe lo sa bene, essendo stato coinvolto in prima persona nella trattativa con gli Stati Uniti durante il negoziato per il nuovo trattato di libero scambio tra Usa, Canada e Messico.

Senza dimenticare che l’eventuale applicazione dei dazi doganali minacciati da Trump avrebbe certo un effetto estremamente negativo nel nostro Paese, ma allo stesso tempo provocherebbe conseguenze pesantissime anche negli Stati Uniti.

“Questi dazi – sottolinea il presidente dell’APMA – verrebbero completamente pagati negli Stati uniti. Per esempio, un pick-up costruito a Oshawa, a un consumatore americano magari sostenitore del MAGA (Make America Great Again, ndr) invece di 85mila dollari ne costerebbe 100mila, stesso discorso per la frutta che arriva negli Stati Uniti dal Messico”.

Insomma, anche in questo caso la bussola del cui prodest potrebbe servire a smascherare eventuali bluff. Ma staremo a vedere. Per ora, aspettando pazientemente.

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