TORONTO – Far ripartire quest’autunno il sistema ospedaliero per poter far fronte all’arretrato di interventi chirurgici e procedure che si sono accumulati durante il lockdown causato dal Covid-19 in Ontario. È a tal fine che il governo provinciale ha deciso di stanziare 324 milioni di dollari aggiungendo, tra ottobre e la primavera del 2022, altri 67mila interventi e procedure diagnostico-terapeutiche.
Il piano include $35 milioni per ulteriori scansioni MRI e TC, $18 milioni per un sistema di gestione centralizzata delle liste d’attesa chirurgiche, $24 milioni per aumentare il volume dei servizi chirurgici e diagnostici in strutture sanitarie indipendenti.
La pandemia di Covid-19 ha messo un freno a visite mediche, operazioni, esami vari, terapie: l’intero sistema sanitario sembra essere stato in letargo per oltre un anno e mezzo con la conseguenza che le cure di persone ammalate – non di Covid ma pur sempre di patologie gravi – sono state rimandate a tempi migliori. Una tragedia nella tragedia perchè spesso la tempestività, in questi casi, si rivela essere la carta vincente.
Ed ora per aiutare a superare l’arretrato, gli interventi chirurgici verranno effettuati anche di notte e nei fine settimana. Per sostenere l’aumento di lavoro nelle sale chirurgica, quest’anno la provincia sta offrendo a un massimo di 200 infermieri un incentivo di 10.000 dollari in cambio di un impegno di almeno un anno e programmi di formazione di “assistente chirurgo” a ben 500 infermieri per migliorare la loro preparazione.
I funzionari sanitari provinciali hanno affermato che alcuni tempi di attesa sono effettivamente diminuiti durante la pandemia, ma hanno riconosciuto che molte persone che normalmente si sarebbero fatte avanti per ricevere determinate cure durante il lockdown non lo hanno fatto. Quel che la provincia non ha voluto fornire è una stima di quante persone fanno parte dell’esercito di coloro che sono in lista d’attesa.
Il ceo dell’Ontario Health Matt Anderson ha affermato che ci sono circa 200mila persone attualmente nelle liste di attesa tracciate a livello provinciale, ma quel numero è simile a quello che ci si aspetterebbe normalmente, questo perché ci sono molte persone che non sono ancora inserite nel sistema attraverso la diagnosi: indicare a quanto ammonta l’arretrato, ha spiegato, è “molto difficile da fare”.
I funzionari sanitari hanno affermato che mentre molte persone durante il lockdown non hanno richiesto cure, molti di coloro che fanno parte dell’arretrato appartengono alla categoria degli interventi chirurgici programmati ad alto volume e non urgenti: sarà proprio questo gruppo al centro dell’attenzione nei prossimi mesi.
A maggio, il Financial Accountability Office dell’Ontario ha previsto che l’arretrato chirurgico annullato avrebbe raggiunto le 419.200 procedure entro la fine di settembre e ha stimato che, eliminare l’arretrato, sarebbe costato alla provincia 1,3 miliardi di dollari in tre anni e mezzo. Ma la Elliott ha dichiarato che è difficile dire quanto tempo ci vorrà effettivamente.
L’ex direttore medico della sanità, David Williams, lo scorso aprile ha emesso una direttiva agli ospedali per sospendere temporaneamente le procedure non di emergenza al fine di garantire che il sistema ospedaliero avesse una capacità sufficiente per far fronte ai pazienti Covid-19 man mano che i ricoveri aumentavano durante la terza ondata. Direttive simili sono state emanate anche durante la prima e la seconda ondata. I funzionari hanno dichiarato mercoledì che praticamente tutto l’arretrato dell’ondata 1 è stato eliminato, mentre circa l’80-90 per cento dell’arretrato dell’ondata 2 è stato smaltito. Tuttavia, tali stime non tengono conto delle persone a cui non è stata fatta una diagnosi o che non hanno richiesto cure a causa della pandemia.
E in vista della prossima ripresa degli interventi chirurgici a pieno regime torna a salire anche la domanda di sangue che è diminuita drasticamente 16 mesi fa quando tutti gli interventi chirurgici, tranne quelli più critici, sono stati cancellati. Inoltre il Canadian Blood Services non è stato in grado di accogliere tanti donatori a causa dei requisiti di distanza fisica nelle cliniche. Ora però la domanda ospedaliera è in forte aumento.
(foto da pixabay.com)