TORONTO – La distanza tra il Partito Conservatore e i liberali continua ad essere abissale. Lo conferma un’istantanea scattata da Abacus Data secondo cui il partito guidato da Pierre Poilievre, se si votasse in questo momento, raggiungerebbe quota 41 per cento, mentre il Partito Liberale del primo ministro Justin Trudeau non andrebbe oltre il 22 per cento delle intenzioni di voto. La forbice – 19 per cento – continua ad essere consistente, in linea con la tendenza dell’ultimo anno: la tanto agognata inversione di tendenza invocata dallo stesso leader grit non c’è stata e anche i segnali in questo senso per una possibile svolta futura appaiono molto sfuocati.
Secondo il sondaggio della Abacus, l’Ndp di Jagmeet Singh sale al 20 per cento, due punti percentuali in più rispetto alla precedente rilevazione demoscopica, un leggero aumento in termini percentuali che potrebbe spiegarsi con la rottura del patto di legislatura che dalla primavera del 2022 legava gli stessi neodemocratici ai liberali e che ha garantito all’esecutivo Trudeau di sopravvivere nonostante la mancanza di una maggioranza assoluta alla House of Commons.
Il distacco tra Poilievre e il primo ministro diventa addirittura maggiore se si tiene conto di quella fascia dell’elettorato canadese che si dichiara sicura sul partito che sceglierà alle prossime elezioni: in questo caso – si legge nel sondaggio di Abacus Data – i conservatori si attestano al 44 per cento, mentre i liberali si fermano al 21 per cento, con una forbice di 23 punti percentuali.
Per quanto riguarda la distribuzione geografica del consenso politico, i conservatori sono in vantaggio in tutte le Province canadesi ad eccezione del Quebec, dove il Bloc la fa da padrone dall’alto del suo 36 per cento delle intenzioni di voto. In Ontario, dove di solito assistiamo a un testa a testa tra tory e grit, i conservatori si trovano al 45 per cento, mentre i liberali non vanno oltre il 25 per cento. Nelle province Atlantiche – Nova Scotia, New Brunswick e PEI – tradizionale feudo liberale, assistiamo a un clamoroso capovolgimento dei rapporti di forza tra i partiti: Poilievre viaggia attorno al 42 per cento, il primo ministro in carica si ferma al 23 per cento.
Calma piatta anche per quanto riguarda la suddivisione dell’elettorato per fasce d’età: i conservatori sono nettamente in vantaggio in tutti e 5 i segmenti dell’elettorato canadese.
Per Trudeau, quindi, non ci sono buone notizie dai sondaggi, una situazione che peraltro è stata confermata da una seconda indagine demoscopica realizzata nel fine settimana dalla Nanos Research.
Agli intervistati è stato semplicemente chiesto chi dovrebbe guidare il, Partito Liberale, fornendo una lunga lista di potenziali candidati insieme all’attuale primo ministro. Ebbene, a conferma del grande stato di incertezza nel quale i liberali si trovano ormai da quasi due anni, il candidato più votato è stato “nessuno” dei presenti in lista, scelto dal 28 per cento degli intervistati. Al secondo posto troviamo Mark Carney, ex governatore della Banca Centrale canadese e di Bank of England, che raggiunge il 18 per cento. Trudeau viene indicato candidato ideale solamente dall’11 per cento del campione, a pari merito con l’attuale ministro delle Finanze Chrystia Freeland.
A pari merito al 4 per cento troviamo il ministro dell’Industria François-Philippe Champagne e l’ex premier della British Columbia Christy Clark. Infine, appaiate al 3 per cento delle preferenze ci sono il ministro degli Esteri Melanie Joly e il ministro dei Trasporti Anita Anand.
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