TORONTO – Tutto pronto per il grande passo indietro sulla controversa vicenda della dissoluzione della Peel Region. Nonostante la mancata conferma del governo provinciale – negli ultimi giorni bocche cucite dei ministri sulla questione, nonostante il pressing dell’Ndp a Queen’s Park – potrebbe avvenire oggi l’annuncio dello stop al progetto avviato lo scorso giugno con l’approvazione del Bill 112 che dovrebbe portare al sostanziale divorzio amministrativo dei Comuni di Mississauga, Brampton e Caledon.
La vicenda peraltro in passato ha provocato una lunga scia di polemiche, accuse e veleni che ha visto protagonisti il sindaco di Mississauga Bonnie Crombie e il primo cittadino di Brampton Patrick Brown: la prima ha sempre sostenuto con forza il progetto di separazione dei tre Comuni, mentre il secondo si è opposto con tutti i mezzi istituzionali a disposizione per evitare la dissoluzione della Regione di Peel. Il motivo è sempre il solito: i soldi.
Il governo provinciale guidato da Doug Ford (nella foto in alto) ha presentato il provvedimento come un classico esempio di lotta alla moltiplicazione della burocrazia e con essa dello sperpero dei soldi dei contribuenti: Mississaua, Brampton e Caledon – è stata questo la tesi dell’esecutivo conservatore – hanno ormai raggiunto delle dimensioni demografiche tali da poter benissimo camminare sulle proprie gambe, in modo autonomo e indipendente. Tuttavia, il nodo da sciogliere riguardava la suddivisione delle spese e delle risorse disponibili tra i tre Comuni, un grattacapo che ha alimentato lo scontro politico tra i tre primi cittadini. Per cercare di evitare gli scossoni della fase transitoria, il governo ha pure creato un team di esperti con il compito specifico di valutare, voce per voce, le singole ripartizione di risorse da distribuire e spese.
Ora, la vittoria della Crombie alla leadership del Partito Liberale provinciale ha completamente cambiato le carte in tavola. Da alleata di Ford – almeno su questo progetto – la Crombie è diventata la principale avversaria in vista della prossima tornata elettorale. Brown, invece, dopo gli strappi degli anni passati, nell’ultimo periodo ha recuperato il suo rapporto con il premier, ma in questa battaglia politica si è trovato dall’altra parte della barricata.
Per tutta la settimana sono uscite voci e indiscrezioni, mai completamente smentite dal governo, di un possibile stop al processo di separazione della Peel Region, con tanto di data di annuncio fissata per oggi. Ora resta da capire se davvero il governo provinciale è intenzionato a procedere con l’ennesimo dietrofront – con tanto di sgambetto politico alla Crombie – o se invece l’esecutivo andrà avanti con il processo di dissoluzione avviato lo scorso giugno.
Nel caso in cui il premier decidesse di tornare sui propri passi, saremmo di fronte all’ennesima piroetta politica del governo conservatore, esattamente come accaduto per la controversa vicenda della Greenbelt: in quel caso la decisione di togliere i vincoli di protezione ambientale per determinate aree della provincia è stata bloccata dallo stesso Ford sull’onda lunga dei rapporti dell’Auditor General e del commissario provinciale all’etica che portarono alle dimissioni dell’allora ministro Steve Clark e all’apertura di un’indagine di rilevanza penale dell’RCMP.