Immigrazione

Di madre in figlia,
l’amore per l’Italia

Proseguiamo la pubblicazione degli articoli dedicati all’immigrazione italiana in Canada, che prendono spunto dalla storia degli oggetti che gli emigrati hanno portato con sé nel viaggio dal Belpaese alla nuova terra. L’iniziativa rientra nel progetto “Narrarsi altrove, viaggio tra i cimeli e i luoghi dell’anima” della poetessa Anna Ciardullo Villapiana e della docente Stella Paola, con la collaborazione di Gabriel Niccoli, professore emerito dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’Italian-Canadian Archives Project (ICAP), network nazionale sotto i cui auspici opera il suddetto studio poetico.

WATERLOO – L’oggetto di cui ci ha parlato Annamaria Leahey (nella foto sotto) è una collezione di foto in bianco e nero, una riproduzione artistica delle strade di Codogno, un paese lombardo in provincia di Lodi, prima noto per i suoi scambi commerciali, per la sua fiera, poi tristemente apparso sulle cronache dei giornali per essere stato il primo focolaio del Covid 19, il morbo del secolo che ha inflitto ferite atroci a questo piccolo paese e al mondo intero.

Il blasone di Codogno evoca spazi bucolici. Vi è raffigurato un prato verde e una lupa legata con una catena d’oro ad un albero di mele cotogne, emblematico del legame di alleanza e fedeltà, stipulato nel 1492, con la città di Piacenza. La lupa a sua volta era un dono dei Romani ai piacentini quando divenne una colonia romana. Ce ne ha parlato la mamma di Annamaria, Paola Vida (nella foto sotto),  mostrandoci una decorazione natalizia, dono di sua sorella nel 2020, su cui sono dipinte le caratteristiche più importanti della città di Codogno: la chiesa principale, la fiera del bestiame, lo stemma.

Questo tipo di addobbo rappresenta le mele che pendevano, in tempi antichi, dagli alberi sacri per far sì che gli spiriti della natura e della fecondità tornassero sulla terra. Per Paola, invece, diventa metafora della sua stessa vita.

Ci ha, infatti, confessato che la sua decorazione non è appesa, come le altre, all’albero, ma ha un posto d’onore all’entrata della sua casa, un altare su cui sacrificare l’agnello dei ricordi, simbolo di una vita sulla soglia, in bilico fra due terre. Paola non sente di appartenere al Canada, c’è una parte di lei che vorrebbe tornare a percorrere strade di Codogno. Questa parte di lei si contrappone con lo stile di vita della nuova terra che la ospita, in cui l’intimità dei suoi momenti è inghiottita da spazi enormi popolati da gente sconosciuta. Paola si sente separata dalle luci del suo stesso albero, dalle “luci d’America”. Contempla la sua nuova realtà in una solitudine che, in alcuni giorni, si fa schiacciante. Eppure Paola si trova in Canada per amore, ha conosciuto suo marito in Messico. Si sono sposati nel 2001 e oggi vivono a Waterloo.

Così il cuore di Paola si è spaccato in due, ha dovuto lasciare la madre per raggiungere lo sposo, scoprendo sulla sua stessa pelle le cicatrici della propria felicità, il dolore del dover costruire una casa lontano da casa.

Dondola appesa 
come amaca
la barca dei ricordi.
 
Per lei ho scelto un posto solitario
che diventa altare le cui vestali 
custodiscono il fuoco dei ritorni 
quando le pareti mi soffocano
e uscendo trovo strade vuote.
 
Ciò che conosco mi sembra estraneo
mentre continuo a dondolare
pensando al mio paese in festa.
Brucia tra la pelle e le ossa il ghiaccio 
di chi non sa restare.

Da questo amore è nata Annamaria.  Ha sempre accompagnato sua madre nei numerosi viaggi di ritorno, e all’età di nove anni, quando sua nonna si è ammalata di Alzheimer, si è fermata a Codogno per cinque anni, fino al 2010. Oggi Annamaria ha vent’anni e studia alla Western University of Ontario, il suo sogno è quello di diventare giornalista. “Senza quegli anni non sarei la persona che sono, in Italia mi vantavo di essere canadese, il mondo oltreoceano veniva percepito come il sogno americano di cui si parla nei film, fatto di ricchezze, di opportunità. In Italia però mi mancava mio padre, qui mi manca lo stile di vita italiano, lì non sono mai da sola, qui, quando esco, non trovo nessuno, nessuno mi vede, nessuno si accorge che esisto”.

A tredici anni, proprio nel mezzo della sua età adolescenziale, Annamaria si è trovata a dover compiere una scelta importante, quella di continuare a vivere in Italia o trasferirsi definitivamente in Canada. Ha optato per la seconda ipotesi, per raggiungere suo padre, e per vivere in un posto in cui il futuro le avrebbe garantito maggiori opportunità;  eppure Annamaria vive, da allora, in bilico tra due terre, proprio come sua madre. Si sente profondamente italiana nell’animo, ama le strade di Codogno, ama la vita sociale italiana. In Canada si sente soffocata dalla globalizzazione, dalle pianure enormi, dagli enormi spazi, e auspica che, un giorno, finiti i suoi studi giornalistici, si troverà a vivere nel mezzo, in Europa, più vicina al Canada, meno lontana dall’Italia.

Le foto di cui ci ha parlato Annamaria sono un dono della nonna. Sono state scattate nel tardo ottocento ed erano nel negozio di ferramenta di suo nonno, un dono che la portasse indietro a rievocare le strade del suo paese d’origine. Le tiene appese in soggiorno e, guardandole, ama fantasticare, immaginando di percorrere quelle strade antiche, sentirne gli odori, vivere i luoghi del racconto dei suoi antenati. Annamaria, chiudendo gli occhi, naviga con i pensieri su via Roma, respirando l’aria di un paese che non c’è più.

Entrambe, Annamaria e sua madre Paola, ci hanno parlato della tristezza provata al loro primo rientro a Codogno dopo la pandemia. La peste, passando, ha fatto scendere il vuoto su un paese in bianco e nero, un paese in ginocchio che cerca, nonostante tutto, la forza per potersi rialzare.

La lupa piacentina si lega
con una catena d’oro 
all’albero di mele cotogne
e insieme vedono le vacche passare
Pascolano nella verde pianura
Per poi recarsi alla fiera del bestiame
col  paese in festa!
Le piazze sono popolate di volti in bianco e nero
con vestiti d’epoca
Questi palazzi nobiliari ai bordi delle strade
sono testimoni muti del tempo
Scorrazzano 
cavalli, bici, vespe e balille, 
sul selciato dei ricordi,
macchine nuove, veloci.
Eppure c’è un tempo che scorre lento 
nelle vene di Codogno,
quel tempo in cui senti l’odore del pane appena sfornato
e i passi di chi, come te, vive
nonostante tutto intorno sembri morire.

Anna Ciardullo Villapiana

Anna, Stella e Gabriel: tre prof alla ricerca delle radici italiane

TORONTO – Le professoresse Anna Ciardullo Villapiana e Stella Gualtieri Paola stanno lavorando con entusiasmo e passione al progetto fra storia, cultura e poesia che si propone di raccontare, in modo nuovo, le tante vicende che hanno avuto come protagonisti, spesso silenziosi e sconosciuti, i tantissimi connazionali arrivati in Canada dal Belpaese.

Vicende che le due insegnanti conoscono bene, essendo entrambe di origine italiana e residenti in Canada.

Stella, la cui famiglia proviene da Figline Vegliaturo, in provincia di Cosenza, Calabria, è nata in Sault Ste. Marie, Ontario, e vive con suo marito a Waterloo. Insegna alla Resurrection Catholic Secondary School e per lei l’insegnamento è molto più che lavoro. È una vocazione profonda. Si impegna tantissimo ad aiutare gli studenti a scoprire se stessi attraverso qualsiasi curriculum – religione o lingue. Nella scoperta della sua Italianità, Stella si è dedicata allo studio della diaspora proprio come la sua collega e poetessa Anna Ciardullo Villapiana.

Anna, nata a Cosenza dove ha vissuto per circa trent’anni, nel 2003 si è trasferita in Canada dove, sposata, con due figli, ha iniziato la carriera di insegnante di Italiano e di interprete e dove ha potuto coltivare una passione che la accompagna fin dall’adolescenza: quella per la poesia. Qui, infatti, Villapiana ha pubblicato la sua prima raccolta di poesie “Percorsi Interiori” nel 2007, seguita nel 2015 da “Frammenti di Luce” e nel 2018 da “Al di là del mare, Dialoghi DiVersi”. Stimata socia dell’AICW (Association of Italian Canadian Writers) ha partecipato a molte iniziative e svariate conferenze per la conservazione della lingua e tradizione italiane nella realtà canadese notoriamente multiculturale. È inoltre co-chair della Waterloo Chapter Committee dell’Italian Canadian Archives Project (ICAP), una rete di beneficenza fondata per connettere e coinvolgere comunità, gruppi locali, individui, esperti e istituzioni pertinenti-come archive e musei- in tutto il Canada al fine di preservare e rendere accessibile il patrimonio italocanadese.

E proprio questo suo percorso nell’Italianità l’ha portata a elaborare, insieme a Stella, con la collaborazione del professor Gabriel Niccoli dell’Università di Waterloo e membro del consiglio di amministrazione dell’ICAP, il progetto in questione che, come si era detto in precedenza, trova adesso spazio nelle pagine del Corriere Canadese: ogni settimana, dunque, il nostro giornale racconta storie di immigrazione dall’Italia, partendo da un oggetto caro a chi è partito, per scelta o necessità, spesso lasciando “pezzi” di cuore nel Belpaese ma a volte portandosene qualcuno con sé.

Da queste storie, Villapiana si è lasciata ispirare per comporre poesie, sia in Italiano che in Inglese, intense ed emozionanti, che pubblicheremo insieme ai racconti degli emigrati.

Qui sotto, il trailer del progetto, realizzato con poesie di Anna Ciardullo Villapiana, letture di Gianluca Lalli e Stella Paola e musiche di Francesco DeGregori, Gianluca Lalli e Juneyt.

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