Canada

Dazi, scadenze e minacce: guerra di nervi tra Ottawa e Washington

TORONTO – Continua la guerra di nervi tra Ottawa e Washington sotto l’ombra minacciosa di una possibile guerra commerciale. Ci stiamo avvicinando velocemente all’1 febbraio, la data indicata dal presidente americano Donald Trump per l’attivazione dei dazi doganali del 25 per cento sui prodotti e sui servizi che dal Canada entrano nel mercato statunitense, con il governo canadese pronto a far scattare immediatamente controdazi altrettanto duri su una lunga lista di beni americani, con una road map protezionistica che prevede il progressivo inasprimento delle misure.

Ad allentare la tensione è arrivato un articolo dell’autorevole Wall Street Journal, che citando fonti ben informate vicine alla nuova amministrazione americana, sottolinea come in realtà quella dei dazi doganali sia una semplice minaccia destinata a non concretizzarsi: il vero obiettivo dell’inquilino della Casa Bianca, si legge, è la rinegoziazione del trattato di libero scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico (USMCA) che dovrebbe essere affrontata nel 2026 e che il tycoon americano, invece, vorrebbe rivedere nell’anno corrente.

La minaccia dei dazi – sostiene il WSJ – servirebbe al magnate newyorchese per mettersi in una posizione di forza in vista di un futuro negoziato con i due partner. Si verrebbe quindi a replicare lo stesso meccanismo che abbiamo visto durante il primo mandato presidenziale di Trump, quando l’allora neopresidente annunciò l’uscita unilaterale degli States dal Nafta, prima di tornare sui suoi passi e forzare il negoziato con Ottawa e Città del Messico per arrivare a un nuovo accordo di libero scambio.

Ma l’ipotesi sostenuta dal Wall Street Journal è stata immediatamente smentita dallo stesso interessato. Interrogato sull’articolo durante una conferenza stampa alla Casa Bianca, Trump ha detto che la sua minaccia di dazi del 25% contro Canada e Messico non ha “nulla a che fare” con l’USMCA.

“Hanno permesso – entrambi, e il Canada in modo molto significativo – a milioni e milioni di persone di entrare nel nostro paese, persone che non dovrebbero essere qui”, ha detto. “Avrebbero potuto fermarli e non l’hanno fatto. La quantità di fentanyl che arriva attraverso il Canada è enorme. Il fentanyl che arriva attraverso il Messico è enorme. E le persone vengono uccise e le famiglie vengono distrutte”.

Trump ha anche detto che la sua amministrazione sta discutendo l’imposizione di una tariffa del 10% sulle merci importate dalla Cina il 1° febbraio “sulla base del fatto che stanno inviando fentanyl in Messico e Canada”.

Trump ha precedentemente detto di voler riaprire l’USMCA quando si presenterà alla revisione per chiudere le scappatoie che i funzionari canadesi e statunitensi affermano vengano sfruttate dalla Cina per entrare nel mercato automobilistico nordamericano attraverso il Messico.

Il presidente americano ha firmato un ordine esecutivo sulla politica commerciale che includeva una direttiva per avviare consultazioni pubbliche “in preparazione” della revisione del CUSMA per il 2026, valutare l’impatto dell’accordo commerciale sui lavoratori e sui produttori agricoli americani “e formulare raccomandazioni in merito alla partecipazione degli Stati Uniti all’accordo”. L’ordine ha fissato una scadenza del 1° aprile per quel rapporto e altre revisioni della politica commerciale.

Nel frattempo ieri c’è stato l’ennesimo incontro virtuale tra il primo ministro Justin Trudeau e i premier per fare il punto sulla situazione. Nessuna decisione è stata presa: resta solo da attendere la prossima settimana per vedere le mosse di Washington.

Nella foto in alto, Justin Trudeau con i suoi ministri

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