Cultura

La poetessa (o il poeta?)
citata da Jovanotti:
Mariangela Gualtieri

SANREMO – Nei giorni passati il Corriere Canadese ha raccontato passo per passo il 72° Festival delle Canzone Italiana. Torniamo ancora una volta sul palco dell’Ariston per aprire una piccola parentesi prendendo spunto dalla comparsata di Lorenzo Jovanotti in veste di super ospite nella serata di venerdì. Prima di esibirsi in una cover di “Che sarà”, il cantante ha voluto declamare una poesia, introducendola con queste parole: «E stasera vorrei dirvi una poesia, una poesia di un poeta… qualcuno dice poetessa… un poeta: “poeta” è una parola senza genere, come “atleta”: quindi “un” poeta italiano, si chiama Mariangela Gualtieri, un grandissimo poeta contemporaneo». Due domande saranno forse balenate nel pubblico: davvero è meglio dire “poeta” che “poetessa”? E secondariamente, chi è Mariangela Gualtieri?

Per quanto riguarda la questione linguistica, i cosiddetti “femminili professionali” sono un po’ un campo minato (è giusto chiamare “avvocata” un avvocato donna? Dibattito aperto); ma qui Jovanotti sembra proprio aver preso un granchio. È vero che il suffisso “-essa” va trattato con cautela perché spesso suona come una presa in giro (medichessa, vigilessa…), però si usa senza problemi in casi ben affermati, come “professoressa”, “studentessa” o, appunto, “poetessa”.

Oltretutto, non esistono in italiano parole “senza genere”: al limite possono esserci parole che li hanno tutti e due (“ambigenere”). È proprio questo il caso di “atleta” (e di pianista, astronauta, collega…), che può essere maschile o femminile, però bisogna stare attenti all’articolo: Marcell Jacobs è un atleta, ma Federica Pellegrini è “un’atleta” con l’apostrofo. Quindi, anche volendo evitare a ogni costo l’“-essa”, seguendo questo modello Jovanotti avrebbe dovuto dire semmai che Mariangela Gualtieri è “una” poeta. Ma a questo punto tanto vale usare il più comune “poetessa”.

Ma chi è dunque questa poetessa o poeta? Mariangela Gualtieri è una scrittrice oramai più che settantenne (è nata a Cesena nel ’51), ma ancora attivissima: il suo ultimo libro, “Paesaggio con fratello rotto”, è uscito per Einaudi pochi mesi fa. Vanta una lunga e variegata esperienza teatrale, avendo fondato a Cesena il “Teatro Valdoca” nel 1986 e lavorando tra drammaturgia, recitazione e danza. E anche la sua opera poetica, che le è valsa negli anni numerosi premi, si rivela fortemente influenzata dal teatro, cercando uno stile dinamico, facilmente accessibile e vicino all’oralità.

Tra le sue poesie, Jovanotti ha proposto a Sanremo “Bello mondo”, una lunga dichiarazione di gratitudine della poetessa per tutto ciò che c’è di bello nel mondo. Questo componimento, di immediata presa ma molto complesso nella sua struttura, rivela l’ampiezza delle influenze della Gualtieri: la scrittrice infatti riprende una lunga tradizione di poesie sul tema del ringraziamento, citando esplicitamente testi che vanno dalla “Poesia dei doni” di Borges fino a quella che è considerata la prima poesia della storia italiana, il “Cantico delle Creature” di San Francesco.

Nella foto, Mariangela Gualtieri e Lorenzo Jovanotti al Teatro Valdoca nel 2018 (dal canale Youtube di Jovanotti)

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