Cultura

Cosima Spender protagonista al TIFF. Una recensione del suo “Palio”

TORONTO – Con le proiezioni del TIFF ora in corso, nove registi italiani ufficialmente selezionati per il programma del Festival, tra cui Special Presentations e Gala, sono pronti a catturare il pubblico con le loro opere di finzione e non.

Cosima Spender, documentarista per la selezione di quest’anno “Andrea Bocelli: Because I Believe”, presenterà il film in anteprima mondiale al TIFF, con quattro diverse proiezioni a partire da oggi [per la stampa e l’industria] allo Scotiabank Theatre.

Il Corriere Canadese si siederà con Spender durante il festival per discutere del suo ultimo film e della sua esperienza al Festival of Festivals di Toronto, un evento in competizione solo con Cannes per la sua capacità di attrarre film e star di alto profilo e per il suo enorme mercato perlustrato da potenziali acquirenti.

In preparazione a questa intervista, abbiamo rivisitato il documentario del 2015 di Spender “Palio”, uno sguardo dall’interno alle macchinazioni e agli intrighi ad alto rischio della secolare “corsa di cavalli”, che si tiene due volte l’anno a Siena.

Per chi non conosce il Palio, non esiste un riassunto che possa sintetizzare in modo soddisfacente la sua lunga storia e ciò che in effetti definisce l’evento. In breve, si tratta di una corsa di 90 secondi che vede sfidarsi dieci fantini che montano cavalli senza sella, ognuno dei quali rappresenta la propria “contrada” o distretto.

La più antica testimonianza del Palio risale al 1239, sebbene su un percorso diverso dall’attuale corsa del Palio in Piazza del Campo, inaugurata nel 1633. Spender e la sua troupe hanno documentato magnificamente l’isteria e la fanfara dell’evento in “Palio”, senza mai forzare lo svolgimento o indurre i suoi protagonisti a una linea forzata o a uno scambio.

Essendo senese di nascita, Spender senza dubbio aveva capito che il melodramma era molto diffuso e che il rispetto per la storia e le persone era l’approccio necessario per catturare il meraviglioso caos e lo scontro delle contrade. La sua conoscenza del Palio e il suo fiuto per il talento diedero i loro frutti quando il fantino che scelse come protagonista del suo film (Giovanni Atzeni) vinse entrambi i Pali quell’anno.

Raccontando la sua storia per A Rabbit’s Foot Magazine nel 2022, Spender rivisitò la rara impresa: “Nell’agosto 2013 sono tornata a Siena per girare Palio, l’apoteosi della mia vita come documentarista… avevamo affrontato gli intrighi delle fazioni rivali di Siena, per non parlare dei produttori nervosi che dubitavano della mia scelta dei protagonisti. Ma abbiamo vinto! Il fantino che avevo scelto di seguire tra i dieci disponibili emerse… nessuna troupe cinematografica era mai riuscita a seguire un vincitore”.

Inoltre, la capacità di Spender di mettere a proprio agio i suoi interpreti e far sparire la telecamera è ciò che ogni documentarista prova a fare, ma pochi ci riescono, almeno non con la lucidità mostrata in “Palio”. I suoi soggetti spaziano da ex fantini campioni, capitani distrettuali e archivisti ai ferventi cittadini di diversi quartieri. E tutti si comportano davanti alla telecamera come se fossero in compagnia di una famiglia, svelando segreti e sentimenti medievali che sconvolgerebbero coloro che non conoscono questo mondo.

Uno dei suoi soggetti dice al suo fantino in addestramento: “Per essere un grande fantino hai bisogno di palle grandi. Quindi meno messaggi su Facebook, forse più sesso ma soprattutto concentrazione”. Un altro aggiunge: “Il Palio è un gioco di legittima corruzione. Se non c’è corruzione non è un Palio. Tutti i fantini sono corruttibili”.

Il film descrive persone che sono la prova vivente che la cultura è più di un semplice rituale o tradizione, ed è tra le tante cose, un profondo legame con gli antenati. “Palio” di Spender incarna la magistrale produzione cinematografica documentaristica. Forse con un pizzico di fortuna “Andrea Bocelli: Because I Believe” vincerà il People’s Choice Award di quest’anno per il TIFF, facendo guadagnare a Spender un’impennata di consensi e popolarità in stile Michael Moore. La sua acutezza cinematografica lo merita.

Acquista i biglietti per “Andrea Bocelli: Because I Believe” su tiff.net, proiezione il 7, 8 e 13 settembre

Copyright del manifesto del Palio di MeMo Films; copyright dell’immagine di Andrea Bocelli di Entertainment One 

Massimo Volpe, autore di questa recensione, è un filmmaker e scrittore freelance di Toronto: scrive recensioni di film/contenuti italiani su Netflix

 

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