TORONTO – I numeri sono davvero impressionanti. Stando ai calcoli presentati dal governo federale, per disinnescare la potenziale bomba della crisi abitativa nel nostro Paese servirebbe la costruzione di 5,8 milioni di nuove unità abitative entro e non oltre il 2030. Il tema è stato al centro del dibattito nel consiglio dei ministri durato tre giorni a Charlottetown, nella Prince Edward Island, terminato ieri.
Un summit, quello del governo guidato da Justin Trudeau, nel quale l’esecutivo ha passato al vaglio proposte e idee su come accelerare l’azione di governo sul fronte della crisi abitativa che attanaglia il Canada. Al momento i progetti messi sul tavolo sono parecchi, ma dal meeting non sono emerse decisioni concrete. Il dato centrale, semmai, che è stato ribadito sia dal primo ministro che dagli esponenti del governo, è che per risolvere la questione serve come non mai la piena collaborazione con le controparti provinciali e con le singole municipalità del Paese. Senza la cooperazione tra i diversi livelli di governo, Ottawa potrà fare ben poco. Per cercare di capire come superare la crisi, i ministri hanno ascoltati gli interventi di alcuni esperti del settore e tra questi anche gli autori di un recente rapporto che ha proposto sul come ripristinare l’accessibilità del mercato immobiliare canadese.
Tim Richter, presidente e CEO della Canadian Alliance to End Homelessness, ha detto che affrontare l’ansia dei canadesi di trovare alloggi a prezzi accessibili è un “po ’un nodo gordiano quando si tratta di politica”. “Siamo stati in grado, penso, di ridurlo comunque in un percorso in avanti, un punto di partenza per iniziare a sciogliere quel nodo. Ma prima di allora i governi sapevano di dover fare qualcosa, ma erano davvero insicuri su cosa fare, quale fosse il loro ruolo”.
Richter ha contribuito a redigere un rapporto su come il governo federale può affrontare la carenza di unità nei mercati immobiliari. Il rapporto, intitolato A Multi-Sector Approach to Ending Canada’s Rental Housing Crisis, è stato scritto da un gruppo di esperti e rappresentanti del settore.
Tra gli interventi anche quello del co-autore del rapporto, Mike Moffatt, direttore fondatore del PLACE Centre presso lo Smart Prosperity Institute.
“Non credo che saremmo qui – ha dichiarato – a meno che questo problema non venga preso sul serio, ma penso che spetterà anche agli attivisti e ad altri membri del gruppo continuare a ritenere il governo responsabile”,
Una delle raccomandazioni chiave del rapporto invita proprio il governo federale ad assumere un ruolo di leadership e coordinarsi con province, territori e comuni.
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