TORONTO – Progressive Conservative in fuga, Partito Liberale in difficoltà, Ndp in caduta libera. È questa l’istantanea scattata dall’ultimo sondaggio della Ipsos pubblicato ieri, un sondaggio che mette in luce come Doug Ford possa nutrire legittime speranze non solo di vincere le elezioni a giugno, ma anche di tornare a Queen’s Park con una corposa maggioranza parlamentare.
Secondo l’indagine demoscopica, se si dovesse votare in questo momento i conservatori dell’Ontario si troverebbero al 38 per cento, seguiti dai liberali di Steven Del Duca al 28 per cento e dai neodemocratici di Andrea Horwath al 24 per cento. Il premier uscente, quindi, nelle intenzioni di voto può godere di un confortevole vantaggio sui grit (più 10 per cento) e ndippini (più 14 per cento), con un consenso concentrato nell’area 905, in quella del 416 e nel Nord della Provincia.
Nella prima zona presa in esame dal sondaggio – che comprende tra le altre città anche Mississauga, Brampton, Vaughan e Markham – il Progressive Conservative si trova al 51 per cento, i liberali sono fermi al 25 per cento mentre l’Ndp crolla al 14 per cento. A Toronto e dintorni i conservatori si confermano primo partito, almeno a livello provinciale, con 34 per cento, seguiti dai liberali al 29 per cento e dall’Ndp al 26 per cento.
Il partito guidato dalla Horwath continua ad essere la prima forza politica nell’Ontario del Sud, con il 34 per cento delle intenzioni di voto rispetto al 30 per cento dei conservatori, mentre nelle restanti aree prese in esame nel sondaggio – Est Ontario, Nord Ontario e Ontario centrale – il premier uscente Ford è nettamente in vantaggio.
Il sondaggio della Ipsos conferma una tendenza generalizzata che si è consolidata negli ultimi mesi. Nel 2022 sono stati effettuati in tutto dieci diversi sondaggi da numerosi istituti demoscopici e il Progressive Conservative è risultato essere prima forza politica in otto, i liberali e Ndp in uno – rispettivamente 11 gennaio, Innovative Research Group e 12 gennaio, Angus Reid – con uno scarto in crescendo a favore dei conservatori.
Insomma, nonostante le difficoltà nella gestione dell’ultima ondata della pandemia, nonostante le polemiche relative al settore scolastico, il premier uscente resta saldamente al comando nella corsa al voto del 2 giugno.
Resta tuttavia da capire cosa succederà con la fetta dell’elettorato che ancora non ha scelto per chi votare: secondo la Ipsos gli indecisi sono circa il 13 per cento, un bacino di voti che potrebbe – almeno teoricamente – cambiare gli equilibri e i rapporti di forza tra i partiti a Queen’s Park.
Un’altra incognita è rappresentata dagli elettori intenzionati a votare il Green Party, che attualmente si aggirano attorno al 2 per cento. In determinati distretti elettorali potrebbero optare per il voto utile, andando a scegliere il candidato più affine laddove quello verde non avrà alcuna chance di vittoria e questo potrebbe favorire l’Ndp e, in seconda battuta, i liberali.
Ma si tratta di margini minimi, che difficilmente permetterebbero di colmare l’attuale gap che si registra tra le forze politiche dell’Ontario.
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