TORONTO – Nuova impennata di contagi di Covid-19 nelle scuole dell’Ontario. Ieri è stato registrato il record dall’inizio dell’anno scolastico: ben 518 casi – 440 sono studenti, 77 insegnanti e 1 è un membro non docente – che hanno fatto lievitare il numero complessivo a 12.750. Sono 1.168 gli istituti scolastici dove sono attivi al momento focolai del virus mentre è salito a 58 il numero delle scuole chiuse.
E mentre un numero sempre maggiore di scuole chiudono i battenti a causa di focolai di Covid- 19, il Toronto District School Board (TDSB) invita gli insegnanti di tutte le scuole ad essere pronti per un possibile passaggio all’apprendimento online.
In una e-mail inviata a tutti i presidi e vice presidi, il più grande provveditorato del Canada, chiede alle scuole, nel caso sia necessario chiudere le classi o le scuole, ad essere preparati per l’apprendimento virtuale. “Stiamo semplicemente ribadendo alle nostre scuole quello che diciamo dall’inizio dell’anno – ha detto il portavoce del TDSB Ryan Bird – dobbiamo davvero essere organizzati”.
Il provveditorato pubblico di Toronto ha fatto da apripista per la didattica a distanza: anche quello cattolico della città, con la chiusura di alcune sue scuole trasferisce i ragazzi all’apprendimento virtuale.
Intanto il numero delle scuole del Toronto Catholic District School Board (TCDSB) che si trovano costrette a sospendere le lezioni in presenza a causa di contagi, continua ad andare su. Le ultime due scuole che temporaneamente hanno chiuso sono St. Eugene Catholic School di Etobicoke e la St. Roch Catholic School di North York.
Appena due giorni fa, in seguito alla raccomandazione del Toronto Public Health, la St. Dominic Savio Catholic School di Scarborough, la Brian Public School di North York e la Victoria Village Public School, hanno sospeso le lezioni nelle aule per permettere le indagini e far luce sullo scoppio dei focolai di coronavirus.
Quel che è invece certo al momento, dice la portavoce del TPH Vinita Dubey, è che i contagi sono varianti del Covid-19 la cui caratteristica è una trasmissione molto rapida. Sono proprio i nuovi ceppi del virus a far preoccupare: secondo gli ultimi dati del Covid-19 Science advisory table la terza ondata di infezioni è già peggiore della seconda e le varianti rappresentano quasi il 70% di tutti i casi. Una situazione, che non può non preoccupare.
La riapertura dei saloni di parrucchieri e altri servizi di cura personale in programma il 12 aprile potrebbe essere rimandata.
Contrastanti sono state le dichiarazioni del premier Ford e del ministro Lecce sul March Break che è stato rimandato al 12 aprile. Le famiglie e gli insegnanti aspettano di sapere se la settimana di vacanza, già posticipata, sarà ancora rinviata a una data futura o cancellata per quest’anno: mentre Doug Ford lascia spazio al dubbio affermando che “stiamo assistendo a una rapida crescita dei numeri in questo momento” e che “entro la fine della settimana verrà presa una decisione”, Stephen Lecce non sembra avere incertezze sul fatto che si farà.
“Nonostante che i casi di Covid- 19 siano più alti ora rispetto a quando il March Break è stato inizialmente rimandato di un mese, la settimana di vacanza è ancora in programma a partire dal 12 aprile – ha dichiarato il ministro dell’Istruzione – questi numeri in aumento rappresentano ovviamente una sfida per la provincia che comunicherà eventuali cambiamenti ma in questo momento stiamo procedendo come stabilito”.
Era stata la preoccupazione che le famiglie avrebbero colto l’occasione per viaggiare nella provincia riportando il virus nelle aule scolastiche a spingere il governo a mettere lo stop al March Break posticipandolo ad aprile.
Adesso, come era facilmente prevedibile, le infezioni – accompagnate dal pericolo varianti – sono in salita. L’incognita, però rimane la stessa: chissà se prevarrà la linea della cautela di Ford o quella più audace di Lecce.