Toronto

Caos scuola, oggi
la protesta dei genitori

TORONTO – L’aumento del numero massimo di studenti per classe a partire dal 12 ottobre ai genitori proprio non va giù. È stato proprio per manifestare il proprio disappunto, nella speranza di bloccare questa decisione, che oggi hanno organizzato proteste di fronte a numerose scuole del Toronto Catholic District School Board (TCDSB).

Dopo la notizia che il ministero dell’Istruzione, come sempre senza far troppo rumore, ha approvato un numero di studenti maggiore per classe, i genitori non si danno pace. Dobbiamo far qualcosa adesso se non vogliamo che questo accada è stato il grido di guerra dei genitori preoccupati. E mentre per il provveditorato cattolico di Toronto portare il numero degli alunni fino a 31 si traduce automaticamente in un numero inferiore di insegnanti e quindi in un risparmio di stipendi da pagare, i genitori sono impensieriti dal rischio rappresentato dal Covid-19.

Mascherine, ventilazione degli ambienti e distanziamento fisico sono solo alcune delle linee guida indicate dai medici come efficaci per la prevenzione dei contagi. Un minor numero di studenti per classe sarebbe quindi auspicabile non solo per questioni di migliore insegnamento e maggiore interazione studente-insegnante: nel bel mezzo della quarta ondata della pandemia di Covid-19, dicono all’unisono i genitori, è pericoloso e controproducente. Il distanziamento, tanto auspicato, nelle classi-pollaio, va a farsi benedire. Per non dire del fatto che i bambini non vaccinati – che rappresentano il 30% dei nuovi casi – corrono grossi rischi. Poco importa al provveditorato che ha deciso di riportare il numero degli alunni per classe ai livelli pre-Covid.

Le raccomandazioni fatte dallo Science Advisory Table per il ritorno a scuola, per quel che riguarda le classi, vanno esattamente nella direzione contraria a quella che il governo ha deciso di intraprendere. “Per gli studenti delle elementari le dimensioni delle classi dovrebbero essere le più piccole possibili”, “Le scuole dovrebbero fare uno sforzo aggiuntivo per promuovere il distanziamento e prevenire gli assembramenti” recita il lungo elenco di linee guida stilate poco prima dell’inizio dell’anno scolastico. Proprio quando il ministro dell’Istruzione Stephen Lecce rassicurava tutti dicendo che quest’anno la situazione nelle scuole sarebbe stata diversa, sarebbe filato tutto liscio. In realtà, per tutta l’estate, del rientro a scuola degli studenti né governo, né provveditorati si sono preoccupati più di tanto.

È un governo questo targato Ford che dall’inizio della pandemia sembra procedere a tentoni, per prove ed errori: lo prova la decisione – certamente non dettata da funzionari sanitari e tantomeno dal buon senso – di comportarsi come se la pandemia fosse oramai finita. Peccato che le scuole della provincia provano – ieri le infezioni sono state 146, il totale è di 2.430 – che la guerra contro il Covid non è finita.

E ieri, durante il Discorso dal Trono, la parola Istruzione non è stata pronunciata: ancora una volta il governo dell’Ontario ha confermato che la scuola non è una delle sue priorità.

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