Canada

Caos Carbon Tax: fuoco incrociato su Justin Trudeau per gli aumenti

TORONTO – Justin Trudeau ancora nel mirino sulla controversa Carbon Tax. Il fronte degli oppositori agli aumenti dell’imposta – che scatteranno il prossimo 1 aprile – continua ad ingrossarsi, con il malcontento strisciante che non segue le tradizionali divisioni partitiche, ma che al contrario scavalca le barriere politiche a diventa bipartisan. Il premier liberale del Labrador and Newfoundland, Andrew Furey, ha scritto una lettera aperta a Trudeau chiedendogli di tornare sui propri passi e bloccare gli aumenti, che peseranno su tutti i principali prodotti energetici e che avranno delle ripercussioni soprattutto sul costo della benzina e sulle bollette.

Una presa di posizione estremamente significativa, perché sancisce una spaccatura interna nel fronte liberale. Nei giorni scorsi, peraltro, un nutrito gruppo di premier aveva avanzato perplessità sull’aumento programmato della Carbon Tax: il premier dell’Ontario Doug Ford, quella dell’Alberta Danielle Smith, Scott Moe (Saskatchewan), Tim Houston (Nova Scotia) e Blaine Higgs (New Brunswick) avevano ribadito pur con sfumature diverse la loro contrarietà. E gli stessi premier, martedì, si sono detti del tutto d’accordo con il contenuto della lettera aperta di Furey.

Ma il governo è deciso ad andare dritto per la propria strada, anche perché un passo indietro sconfesserebbe l’intera impalcatura delle politiche ambientali adottate dall’esecutivo liberale sin dalla vittoria elettorale del 2015 (anche se la legislazione relativa alla Carbon Tax è entrata in vigore quattro anni più tardi, nel 2019): la strategia, cioè, di imporre un costo fisso all’inquinamento atmosferico, con incentivi e premi a industrie e province virtuose insieme ad extra costi e penalizzazioni a chi produce troppe sostanze nocive.

L’agenda di governo – è questa la linea del primo ministro – non verrà modificata, nonostante le critiche.

“Il mio lavoro – ha dichiarato Trudeau – non è quello di essere popolare, anche se questo può aiutare – il mio lavoro è fare le cose giuste per il Canada ora, e fare le cose giuste per i canadesi delle prossime generazioni. È una cosa facile per i politici poco lungimiranti proporre di sbarazzarci della Carbon Tax. Questi però non propongono di sbarazzarci anche dell’assegno sullo sconto sul carbonio del Canada, che mette più soldi nelle tasche della stragrande maggioranza dei canadesi”.

Posizione questa fortemente criticata da Pierre Poilievre (nella foto in alto). “La buona notizia – ha sottolineato – è che la vita non era così prima di Trudeau e non sarà così dopo che se ne sarà andato. La prossima settimana forzeremo molti voti in parlamento per fermare il Pesce d’Aprile di Trudeau, l’aumento delle tasse. Il primo ministro deve fare i conti con una vera e propria rivolta provinciale”.

L’aumento delle tasse si tradurrà in un’impennata dei prezzi dei prodotti a combustibili fossili.

Ad esempio, la tassa sulla benzina dovrebbe aumentare da 0,14 a 0,18 centesimi al litro

Al momento, il piano di fissazione del prezzo del carbonio è fissato a 65 dollari a tonnellata.

A partire da aprile, sarà di 80 dollari a tonnellata e continuerà ad aumentare annualmente di 15 dollari fino a raggiungere 170 dollari a tonnellata entro il 2030.

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