Canada

Ospedali in ginocchio,
è boom di bimbi malati

TORONTO – È emergenza a 360 gradi negli ospedali dell’Ontario. Pronto soccorso presi d’assalto, reparti pieni, pazienti dirottati verso altri ospedali, personale spesso carente, interventi chirurgici meno urgenti posticipati. Le difficoltà sono tante e tutte gravi ed ogni ospedale – quelli pediatrici in primo luogo – si arrabattano come possono trasferendo medici ed infermieri nei reparti dove la loro presenza è più richiesta e cercando di fronteggiare la situazione come meglio possono.

L’Hospital for Sick Children di Toronto, ad esempio, afferma che l’annullamento degli interventi chirurgici che ha consentito la ridistribuzione del personale nella sua unità di terapia intensiva è servita a salvare vite umane. L’ondata di bambini con malattie respiratorie ha reso necessario adottare misure come l’implementazione di un modello di assistenza basato sul team che si allontana dal tradizionale modello “un infermiere per un paziente”. Gli infermieri specializzati delle unità chirurgiche ora lavorano con un infermiere di terapia intensiva prendendosi cura di tre o più ammalati. “Naturalmente questa decisione ha avuto un costo elevato per i bambini che, in attesa di un intervento chirurgico, ora sono costretti ad attendere più a lungo”, ha fatto presente il dottor Steven Schwartz, primario dell’Icu del Sick Kids.

Attualmente l’unità di terapia intensiva del Sick Kids di Toronto opera al 120% della sua capienza ed è sottoposta a un’enorme pressione da numerose settimane.

E la situazione, stando a Schwartz, non è destinata a migliorare presto. L’ospedale, ha affermato il medico, si sta preparando per l’arrivo di altri bimbi con problemi respiratori, almeno fino a marzo.

Ma se il Sick Children cerca di fare tutto il possibile per i suoi piccoli pazienti, la condizione degli ospedali pediatrici in tutto l’Ontario – anche qui affluiscono continuamente bambini con malattie respiratorie – non è affatto diversa.

Proprio per alleviare il peso sui pronto soccorso, al McMaster Children’s Hospital di Hamilton, è entrata in funzione una nuova clinica – la McMaster’s Flu, Covid and Cold Clinic for kids – volta ad affrontare l’enorme volume di pazienti di età pari o inferiore a 17 anni. A gestire questa clinica sono i medici di famiglia.

Che gli ospedali siano strapieni di piccoli ammalati è una triste realtà alla base del rischio di non trovare un posto letto disponibile. Il mese scorso, a Simcoe, un bimbo di quattro anni a seguito di un’infezione da streptococco che poteva rivelarsi fatale, è stato trasportato in aereo al Kingston General Hospital, a circa 350 chilometri da casa.

Normalmente, Remy – questo il suo nome – sarebbe stato portato d’urgenza all’unità di terapia intensiva pediatrica (Icu) del McMaster Children’s Hospital di Hamilton ma questo era pieno così come non c’era alcun posto disponibile all’ospedale pediatrico di London. Il bimbo è stato portato quindi in aereo a Kingston, l’ospedale con un letto di terapia intensiva pediatrica disponibile in quel momento, più vicino.

La scorsa settimana, i premier hanno chiesto nuovamente un incontro con il primo ministro Justin Trudeau per definire un accordo per l’aumento di finanziamenti per i loro sistemi sanitari. I premier hanno ribadito il loro desiderio di vedere Ottawa coprire – aumentando il Canada Health Transfer – il 35% dei costi sanitari in tutto il Paese, rispetto all’attuale 22%.

Ma Trudeau ha finora risposto picche. I suoi ministri, ha detto, stanno lavorando attivamente sulla questione con le loro controparti provinciali. “Non credo che alle persone importi se ci sediamo insieme o meno. Penso che alle persone importi se possiamo o meno iniziare a sistemare il nostro sistema sanitario, ed è quello su cui concentro la mia attenzione”, ha tagliato corto.

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