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Leadership O’Toole, malcontento
e delusione alimentano la rivolta

TORONTO – Dare una seconda chance a Erin O’Toole o voltare pagina con un altro leader? È questo il bivio davanti al quale si trova la classe dirigente del Partito Conservatore, che deve fare i conti con il malcontento strisciante della base tory, insoddisfatta per la sconfitta alle urne, e l’insofferenza di un nutrito gruppo di parlamentari già pronti a mettere in discussione la leadership dell’ex ministro per gli Affari veterani.

In questo momento ci troviamo in una fase di stallo. La fronda che vuole la testa di O’Toole nella prima riunione del gruppo parlamentare della scorsa settimana ha ottenuto l’approvazione di una review ufficiale dell’intera campagna elettorale condotta dal leader, un primo passo formale che potrebbe nei prossimi mesi portare al voto e alla potenziale rimozione del leader.

L’incarico di redigere il rapporto è stato affidato all’ex deputato conservatore James Cumming che alle ultime elezioni ha perso contro il liberale Randy Boissonnault nel distretto di Edmonton Centre per appena 615. “Sono contento – ha dichiarato l’ex parlamentare – che Erin sia interessato nel vedere cosa lui avrebbe potuto fare meglio. Io mi trovo in una situazione unica visto che ho perso per un margine così ridotto: questo potrebbe darmi una prospettiva particolare su cosa è andato male alle ultime elezioni”.

Ma cosa è davvero andato male alle ultime elezioni? I dati non sono sicuramente positivi, visto che il partito non solo non è cresciuto come era nelle aspettative durante la campagna elettorale, ma addirittura è calato nel consenso, perdendo due deputati e mancando clamorosamente l’obiettivo di diventare un’alternativa credibile nei grandi centri urbani al Partito Liberale di Justin Trudeau. Un dato destinato a far riflettere e che sicuramente sarà ponderato e valutato nella review di Cumming è quello della preoccupante inconsistenza nelle grandi città: dei 115 distretti elettorali nelle tre principali città canadesi, i conservatori ne hanno vinti appena 8.

Una debacle che ha lasciato il segno nell’esito finale e che ha confermato come il Partito Conservatore non riesca ad aumentare il suo radicamento al di fuori delle zone rurali e periferiche del Paese.

È evidente che la strategia generale di O’Toole, cioè lo spostare il partito verso il centro, non abbia portato a risultati tangibili. Al contrario, il tentativo di inseguire l’elettorato moderato ha provocato il malcontento di una parte della destra, che ha preferito dare il proprio voto al People’s Party di Maxime Bernier.

Questo dato è stato sottolineato nella lettera scritta dal senatore della Nova Scotia Michael MacDonald che ha dato il via alla richiesta formale di review. Il senso è semplice: il Partito Conservatore vince quando si presenta come Partito Conservatore e non come brutta copia del Partito Liberale. Secondo MacDonald, O’Toole ha abbandonato il principio di responsabilità fiscale – non dando una data certa al rientro del deficit – e questo ha alienato una parte dell’elettorato tory. Una posizione questa che alimenta il malcontento di chi vorrebbe un nuovo leader subito.

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