Canada

Il Canada blinda i confini,
quarantena e stop voli ai Caraibi 

TORONTO – Il Canada blinda i confini. La stretta, annunciata direttamente dal primo ministro Justin Trudeau, punta a proteggere il Paese dalla minaccia rappresentata dalle tre nuove varianti di Covid che, dalle prime analisi, sembrano essere più pericolose rispetto a quella che ha colpito il Canada fino a questo momento.

A partire da ieri sono stati sospesi tutti i collegamenti aerei con i Caraibi e con il Messico. Il governo federale ha infatti raggiunto un accordo con i quattro principali vettori – Air Canada, Air Transat, Sunwing e WestJet – per lo stop dei voli verso le località turistiche caraibiche fino al prossimo 30 aprile.

Allo stesso tempo arriva la stretta per tutti i viaggiatori che arrivano dall’estero. A partire da giovedì prossimo, tutti i passeggeri internazionali che sbarcheranno nei quattro scali che ancora assicurano collegamenti con altri Paesi – Toronto, Vancouver, Montreal e Calgary – dovranno sottoporsi a un tampone obbligatorio e, allo stesso tempo, dovranno effettuare la quarantena obbligatoria fino a tre giorni in hotel designati dal governo federale. Una volta avuto l’esito negativo del test, dovranno completare a casa la quarantena di 14 giorni già in vigore da alcuni mesi.

Su questo il primo ministro ha dichiarato che saranno attivati, a partire da oggi, controlli più stringenti: ad effettuarli saranno alcune compagnie di sicurezza privata (G4S Secure Solutions Ltd., GardaWorld e Paladin Risk Solutions), aziende che si sono assicurate una commessa governativa di 2 milioni di dollari.

Trudeau ha aggiunto che le spese per la permanenza negli hotel Covid sarà totalmente a carico dei passeggeri che arrivano dall’estero: sarà un conto salatissimo, anche di 2mila dollari, perché oltre al soggiorno in hotel dovranno essere sostenute anche altre spese, come i controlli di sicurezza attorno agli hotel e i costi medici per i tamponi.

Insomma, il provvedimento tenderà a scoraggiare i canadesi ad andare all’estero, come è avvenuto durante le vacanze natalizie con la conseguente impennata di casi a livello nazionale registrata nelle prime due settimane di gennaio.

Il giro di vite arriverà anche ai passaggi di frontiera con gli Stati Uniti. Tutti i lavoratori considerati non essenziali per entrare in Canada dovranno avere i risultati negativi del tampone effettuato entro 72 ore prima, un provvedimento questo che in precedenza riguardava solamente chi arrivava in Canada in aereo.

Nel frattempo anche il governo provinciale si muove nella stessa direzione, dopo le scaramucce delle scorse settimane. A partire da oggi diventeranno obbligatori i test al Pearson di Toronto: la misura durerà fino a quando non sarà implementata quella annunciata dal governo federale.

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