Canada

Emergencies Act:
ancora polemiche,
conservatori divisi

TORONTO – La decisione di Justin Trudeau di fare ricorso alla legge d’Emergenza continua a provocare polemiche. E tra gli effetti imprevisti della svolta decisionista del primo ministro, troviamo anche l’ennesima spaccatura nella destra canadese, che ancora continua a pagare pegno alle macerie lasciate dall’ex leader Erin O’Toole.

La legislazione d’emergenza, che trova applicazione immediata ma che deve essere confermata dal Parlamento entro sette giorni, garantisce un maggiore potere d’intervento da parte della polizia federale e permettere di congelare i conti correnti dei finanziatori della protesta.

Ieri, durante l’ennesima giornata concitata, è arrivata pure la notizia delle dimissioni presentate dal capo della polizia di Ottawa Peter Sloly, accusato da più parti di aver tenuto un atteggiamento troppo morbido e compiacente verso i manifestanti che stanno occupando il centro della Capitale da 18 giorni. Ma una ulteriore evidente conseguenza della mossa di Trudeau è quella di mettere a nudo, ancora una volta, le divisioni che attraversano la galassia conservatrice canadese.

Pierre Poilievre nei giorni scorsi ha flirtato con gli organizzatori del cosiddetto Freedom Connvoy, facendosi fotografare insieme ai camionisti davanti alla House of Commons e prendendone le difese in più occasioni. Il candidato alla leadership del Partito Conservatore giudica quindi positivamente quanto fatto dai manifestanti e allo stesso tempo ha condannato Trudeau per la decisione di applicare l’Emergency Act.

Diversa la posizione del premier dell’Ontario Doug Ford, altro esponente di spicco della destra canadese. Ford ha invece pubblicamente condannato quanto fatto dai manifestanti – soprattutto per il blocco organizzato all’Ambassador Bridge e per l’occupazione nella Capitale – e ha accolto con favore la legislazione d’emergenza di Trudeau.

Un altro premier conservatore di spicco, Jason Kenney, ha attaccato duramente la protesta dei camionisti ma, allo stesso tempo, ha definito una sbaglio la decisione del primo ministro di applicare le leggi d’emergenza.

Candice Bergen, leader ad interim del Partito Conservatore, ha invece scelto di posizionarsi a metà strada. “I conservatori – ha dichiarato – vogliono che questi blocchi finiscano rapidamente e pacificamente. La mia preoccupazione è che le azioni del Primo Ministro avranno l’effetto opposto. Abbiamo appreso che il Primo Ministro ha invocato l’Emergencies Act. Il nostro caucus conservatore esaminerà i dettagli prima di decidere come voteremo. Molte province sono contrarie a questo a abbiamo visto come opera Justin Trudeau. Divide, stigmatizza e incunea le persone che non sono d’accordo con lui”.

Insomma, quattro posizioni diametralmente opposte, cartina tornasole di un movimento attraversato da divisioni profonde.

Il governo a questo punto dovrà portare la legislazione d’emergenza alla House of Commons e al Senato, per avere il via libera parlamentare così come prevede la legge entro i prossimi sette giorni. L’Emergencies Act rimarrà in vigore solamente per trenta giorni, con la possibilità però di essere reiterato.

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