Canada

Cancro, visite ed esami
ritardati o cancellati

TORONTO – Prima viene scovato, più a lungo si sopravvive. L’importanza della diagnosi precoce nella lotta ai tumori è questione nota, così come è necessario poter accedere alle cure il più rapidamente possibile ma secondo un recente sondaggio, a circa un canadese malato di cancro su quattro, gli appuntamenti vengono annullati o posticipati.

Sono passati tre anni da quando la pandemia di Covid-19 è arrivata in Canada, ponendo un enorme fardello sul sistema sanitario: nonostante alcuni recenti miglioramenti nella cura della malattia, la strada da fare è ancora lunga.

“Mentre gli operatori sanitari esausti sono impegnati a fare tutto il possibile per fornire ai canadesi le terapie salvavita e gli screening di cui hanno bisogno, il sistema di cura del cancro rimane sotto pressione e questo deve cambiare – ha detto il dottor Stuart Edmonds, vicepresidente responsabile di “mission, research e advocacy presso la Canadian Cancer Society (CCS) – sono circa 1,5 milioni le persone in Canada che attualmente vivono con il cancro o hanno avuto una diagnosi tempo fa. Dobbiamo fare tutto ciò che è in nostro potere per garantire che i bisogni di queste persone e dei loro caregiver siano una priorità”.

La CCS, la più grande organizzazione senza scopo di lucro canadese contro il cancro, lo scorso autunno ha intervistato 700 pazienti e operatori sanitari in tutto il Paese come parte del suo continuo monitoraggio delle esperienze dei malati di cancro durante la pandemia. Il sondaggio ha rilevato che, insieme agli appuntamenti mancati, un paziente su tre ha riferito di non essere convinto che, in caso di emergenza correlata al cancro, riceverebbe cure di qualità in modo tempestivo. Per la maggior parte degli ammalati e degli operatori sanitari del campione preso in esame, il tipo di assistenza medica più difficile a cui accedere è stata la visita con uno specialista.

E va notato, che sebbene la pandemia abbia causato nuovi ritardi nella cura del cancro, molti di questi problemi esistono nel sistema sanitario canadese da tanto tempo.

Ricevere una diagnosi rapida è diventato ancora più difficile durante la pandemia, con screening ridotti di almeno il 18% e fino al 76% in alcune parti del Canada nel 2020, rispetto al 2019. In un rapporto pubblicato lo scorso autunno, il CCS ha stimato che un’interruzione di sei mesi nello screening del cancro al seno e del colon-retto potrebbe portare a circa 1.210 morti in più.

Questi impatti sono stati osservati anche in contesti clinici. Nel giugno 2022, i medici canadesi hanno riferito di avere in cura pazienti con stadi di cancro più avanzati del solito, cosa che hanno attribuito all’enorme stress causato dalla pandemia sul sistema sanitario.

La differenza tra intervenire precocemente o tardivamente è particolarmente importante così come è cruciale sapere nel più breve tempo possibile se alcuni sintomi possano essere correlati al cancro.

In alcune parti del Canada, la tensione sul sistema sanitario ha visto i pazienti in preda al panico rivolgersi sempre più a strutture private per evitare tempi di attesa, qualcosa che secondo gli esperti dovrebbe essere un campanello d’allarme per i governi affinché finanzino adeguatamente il sistema pubblico. E la decisione del premier dell’Ontario Doug Ford di sottrarre fondi provinciali dagli ospedali dirottandoli verso cliniche private nel tentativo di far fronte agli arretrati, ha scatenato una diffusa condanna da parte degli esperti sanitari.

In una dichiarazione congiunta di gennaio, cinque importanti sindacati del personale sanitario dell’Ontario hanno criticato la mossa, avvertendo che “farà ulteriormente soffrire il nostro sistema di assistenza sanitaria pubblica e dirotterà il personale di prima linea per arricchire gli azionisti privati e ridurre l’accesso all’assistenza sanitaria pubblica. “I pazienti aspetteranno ancora più a lungo per l’assistenza sanitaria nell’ambito di questo piano e non dovrebbero essere indotti a credere che non pagheranno di tasca propria – ha affermato Dubè – del resto, sostenere i costi personalmente, non è un’opzione che tutti hanno”.

Nella foto in alto, una seduta di chemioterapia (credit: cancer.net)

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