Canada

Bogoch: “Serve nuova
strategia sui vaccini”

TORONTO – Sesta ondata di Covid-19 e poche misure di salute pubblica ancora in vigore. È questa al momento la situazione dell’Ontario che, a dire degli esperti, necessita di una rinnovata strategia di vaccinazione volta ad aumentare l’assunzione della terza dose, incoraggiare la vaccinazione dei bambini e un’eventuale quarta dose.

Quando la prima e la seconda dose sono diventate disponibili, l’Ontario – e il Canada in generale – “erano l’invidia del mondo per la rapidità con cui la popolazione è stata vaccinata”, ha affermato il dottor Fahad Razak, internista e membro del tavolo tecnico scientifico della provincia. Il problema è però che mentre il 91% degli abitanti dell’Ontario di età pari o superiore a 12 anni ha ricevuto due dosi di un vaccino Covid-19, solo il 60% circa ne ha ricevuto tre. “Non siamo stati in grado di replicare per la terza dose la magia che aveva caratterizzato la somministrazione delle prime due dosi – ha detto Razak – dobbiamo far capire che le misure di salute pubblica meno rigide, considerato che i contagi continuano a proliferare, non significa che il rischio per il singolo o il rischio per le persone sia diminuito”.

Due dosi sono efficaci nel prevenire malattie gravi, ma tre dosi possono ridurre il rischio di infezione anche contro la variante Omicron, ha detto Razak. Il contagio significa che le persone non possono lavorare, i bambini non possono andare a scuola e oltretutto comporta il rischio di complicazioni persistenti note come Covid lungo.

L’esperto di malattie infettive Isaac Bogoch, ha affermato che la situazione in Ontario è probabilmente migliore di quanto suggerirebbe la semplice percentuale di booster. “Due dosi più l’infezione forniscono all’incirca la stessa protezione di tre dosi – ha detto Bogoch – e milioni di abitanti dell’Ontario sono stati infettati da quando la variante Omicron è emersa alla fine dello scorso anno”.

Secondo Bogoch c’è ancora molto da fare per migliorare la copertura delle dosi di richiamo, in particolare tra le persone vulnerabili, e l’Ontario non ha fatto abbastanza uso di esperti di cambiamento comportamentale per capire come veicolare i suoi messaggi riguardo le vaccinazioni. “Non è sufficiente che io – un medico noioso e di mezza età – vada in tv e dica: ’Fatevi il ​​vaccino’, o un alto funzionario politico o della sanità pubblica tenga una conferenza stampa e cambi la policy alle 3 pomeridiane in un giorno feriale”, ha detto Bozak.

Dal canto suo Razak ritiene che un’altra strategia che potrebbe aiutare a vaccinare più persone è fare un uso migliore dei medici generici. “Penso che una delle risorse più sottoutilizzate nell’intera pandemia siano stati i medici di famiglia – ha detto – renderli una parte più ampia della strategia vaccinale aiuterebbe l’Ontario a somministrare ulteriori dosi perché oltretutto non è necessario potenziare un’infrastruttura esterna”.

Quando si tratta di bambini di età compresa tra i cinque e gli 11 anni, tuttavia, il Medical officer of health for the Eastern Ontario Health Unit Paul Roumeliotis ha affermato che il problema non riguarda la distribuzione delle cliniche di vaccinazione ma le paure dei genitori. “Non ha nulla a che fare con l’accessibilità perché possono entrare virtualmente in qualsiasi clinica in qualsiasi momento e farsi vaccinare”, ha affermato il medico, che è anche presidente dell’Association of local Public Health Agencies. Circa il 56% dei bambini in quella fascia di età ha almeno una dose e il 33% ne ha due. L’unità sanitaria di Roumeliotis sta cercando di informare i genitori e rispondere a tutte le loro domande attraverso town hall, seminari con le scuole, sensibilizzazione sui social media e una campagna video.

L’Ontario chief medical officer of health Kieran Moore ha concluso i suoi briefing settimanali il mese scorso e nel corso di tre settimane ha negato diverse richieste da parte della Canadian Press per un’intervista sulla “strategia futura della provincia per quel che concerne le vaccinazioni”.

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