Canada

Tra Pharmacare, sondaggi
e interferenze traballa ancora
l’asse Ndp-Partito Liberale

TORONTO – Mare in tempesta nelle stanze del potere a Ottawa. La maggioranza asimmetrica liberali-neodemocratici traballa, attraversata da tensioni senza precedenti che stanno mettendo a rischio il patto di legislatura siglato da Justin Trudeau e da Jagmeet Singh. La rottura – vedremo poi se ricucibile o meno – viaggia lungo le divergenze tra i due leader sul pharmacare, sulle interferenze straniere, sulle priorità economiche e sociali del Paese, con gli ultimi sondaggi che mettono pressione sul primo ministro e con la base dell’Ndp sempre più scontenta di un appoggio esterno al governo che non piace e che anzi viene ritenuto deleterio per il futuro del partito.

A mettere nero su bianco lo stato di crisi dell’asse grit-ndippino è stato lo stesso Singh, con la presentazione della riforma sul pharmacare in un progetto di legge depositato in parlamento dal ministro ombra della Sanità Don Davies. Si tratta di un segnale chiarissimo dello stato di crisi delle relazioni tra i due partiti. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che una delle conditio sine qua non del patto di legislatura siglato dai due leader il 22 marzo 2022 era l’approvazione del cosiddetto pharmacare universale, la copertura del costo dei farmaci per tutti i canadesi.

A oltre un anno di distanza dall’accordo, che garantisce la tenuta del governo liberale fino alla fine di questa legislatura nel 2025, il ministro della Sanità Jean-Yves Duclos non ha fatto alcun passo ufficiale in questo senso: tante promesse – con una proposta di indirizzo legislativo presente anche nell’ultimo budget federale della scorsa primavera – ma nessun atto ufficiale alla House of Commons.

Per i liberali, insomma, c’è tempo, evidentemente sono altre le priorità. L’Ndp ha così deciso di andare avanti per la propria strada, presentando una proposta legislativa di riforma complessiva del sistema. La mossa è più che altro considerata un atto di sfida nei confronti dell’immobilismo dell’esecutivo. “Questo – ha annunciato Singh – è solo il primo passo verso la copertura universale dei farmaci per tutti i canadesi: noi crediamo che nessun canadese debba essere messo davanti alla scelta di comprare una medicina o fare la spesa. Con questa proposta di legge vogliamo eliminare per sempre una tale ingiustizia”.

Don Davies, alla presentazione del Canada Pharmacare Act, ha elencato la tabella di marcia per arrivare all’approvazione della legge e, allo stesso tempo, ha lanciato un appello al governo e ai deputati del Partito Liberale affinché il provvedimento diventi un atto condiviso e venga approvato velocemente. Sapendo – ma questo era implicito – che senza il sostegno della maggioranza di governo, il progetto di legge è destinato a rimanere una proposta che difficilmente verrà approvata.

Secondo il regolamento della House of Commons, infatti, i progetti di legge della maggioranza godono di una sorta di corsia preferenziale che ne velocizza la lettura, la discussione e l’approvazione. Difficilmente una proposta di legge delle opposizioni riesce a superare le prime fasi del dibattito in aula.

Le tensioni tra Singh e Trudeau sono alimentate anche dalla controversa vicenda delle interferenze straniere. Il relatore speciale David Johnston venerdì scorso ha annunciato le sue dimissioni, dopo che una mozione presentata dall’Ndp nella quale si chiedeva all’ex governatore di rimettere il mandato affidatogli dal primo ministro era stata votata dalla maggioranza dei deputati. A gettare benzina sul fuoco, infine, arrivano anche i risultati dell’ultimo sondaggio presentato ieri dall’Abacus. Nell’istantanea scattata da questa agenzia demoscopica, i grit sono in caduta libera, con il Partito Conservatore che guadagna 2 punti percentuali e raggiunge il 35 per cento delle intenzioni di voto. I grit scendono al 28 per cento, mentre l’Ndp passa dal 18 al 21 per cento.

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