TORONTO – È sempre polemica sul Budget 2024 di Toronto. Ieri, per il secondo giorno consecutivo, ha avuto luogo la town hall telefonica nella quale i cittadini hanno potuto dire la loro sulle proposte contenute nella bozza del Budget presentata la scorsa settimana.
Dagli interventi continua ad emergere che se da un lato i residenti sono pronti a pagare per avere una amministrazione cittadina capace di erogare servizi efficienti, dall’altro l’aumento choc del 10,5 per cento – che potrebbe schizzare al 16,5 per cento senza l’intervento del governo federale – è considerato eccessivo e fuori luogo.
Non bisogna dimenticare come a Toronto, così come nelle altre città canadesi, il contesto economico e finanziario non sia dei più rosei: le famiglie stanno ancora pagando a duro prezzo gli effetti dell’inflazione iniziata nel 2022 e dei tassi d’interesse alle stelle che si ripercuotono sui mutui e sulle altre forme di prestito creditizio. L’aumento record delle tasse di proprietà è quindi molto difficile da digerire, almeno il livello indicato nella bozza che dovrà essere finalizzata entro fine mese, per poi essere presentata dal sindaco Olivia Chow entro il primo febbraio.
Ed è per questo che si sta creando una fronda di consiglieri comunali molto critici nei confronti del Budget così come è stato presentato: fino a questo momento grandi perplessità sono state sollevate da Brad Bradford, Stephen Holyday e Anthony Perruzza, che hanno ribadito la loro intenzione a non votare la bozza del Budget così come è stata presentata.
Allo stesso tempo negli ultimi giorni si è aperto un altro fronte, quello tra il consiglio comunale di Toronto e i deputati liberali eletti in città.
L’oggetto del contendere è sempre quello riguardo la gestione della crisi dei rifugiati, che dovrebbe essere indirizzata – ed eventualmente risolta – dal governo federale ma che sta ricadendo sulle spalle della Città.
Nella bozza del Budget è stato messo nero su bianco: nel caso in cui l’esecutivo federale decidesse di non stanziare 250 milioni di dollari per i rifugiati che si trovano a Toronto, all’aumento del 10,5 per cento già programma si aggiungerebbe un ulteriore 6 per cento.
I deputati liberali eletti a Toronto hanno sottolineato come nell’ultimo anno Ottawa abbia già messo a disposizione a Toronto ingenti stanziamenti che dovrebbero in qualche modo garantire la copertura finanziaria per ospitare i rifugiati. Il tira e molla è destinato a durare nei prossimi giorni, ma è evidente come il governo federale sia destinato prima o poi a cedere: il prezzo politico da pagare – cioè la responsabilità sull’aumento del 6 per cento sulle tasse delle case – sarebbe troppo alto, alla luce anche del crollo del consenso del Partito Liberale in Ontario e nel resto del Canada. In ogni caso, anche se City Hall dovesse incassare la cifra richiesta al primo ministro Justin Trudeau, rimarrebbe aperta la questione degli aumenti record delle tasse di proprietà.
Da qui al 26 gennaio, quando la Commissione tirerà le somme, la bozza del Budget potrà cambiare, ma è da escludere che vi sarà un taglio netto dell’aumento proposto.
Nella foto in alto, i lavori della Commissione Budget di City Hall
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