TORONTO – Alla fine…“qualcuno nel governo l’ha capito”. Il ministro delle finanze dell’Ontario, Peter Bethenfalvy, il 3 luglio 2024, ha inviato una lettera a quattro delle principali agenzie della provincia (Ontario Lottery Gaming Corporation, Ontario Cannabis Retail Corporation, LCBO e Metrolinx). In essa, ordina loro di indirizzare il 25% dei loro acquisti pubblicitari agli editori di giornali con sede in Ontario.
Chiaramente non tutti gli editori, ma solo quelli iscritti all’Albo degli editori qualificati, la QCJO (Qualified Canadian Journalism Organization). Questa è emessa e “amministrata” dall’Agenzia delle Entrate Canadese.
Per il Corriere Canadese, lanciato il 2 giugno 1954, 70 anni fa – oggi il terzo quotidiano più longevo a Toronto e l’unico in lingua italiana nel Nord America – questa iniziativa ha senso. Il progetto, anche se lento ad arrivare, è benvenuto perché non è un esercizio elettorale ma un investimento in un’industria dell’Ontario/Canada. Fra l’altro, sono i nostri soldi che vengono spesi per informarci su cosa sta facendo il nostro sistema politico con le risorse che gli diamo.
Il ministro Bethenfalvy sembra condividere questo punto di vista; scrive: “Il governo dell’Ontario si sta impegnando [,,,] con la nostra spesa pubblicitaria, contribuendo a fornire […] sostegno ai posti di lavoro dell’Ontario e a promuovere la cultura dell’Ontario”.
Andrew McLeod, presidente di Postmedia, editore di diversi quotidiani e periodici, concorda sul fatto che l’impatto potrebbe essere significativo, perché il governo dell’Ontario spende circa 100 milioni di dollari all’anno, a scopo pubblicitario. Che ora abbia intenzioni di garantire che il 25% di quel denaro vada al settore di notizie diffuse tramite cartaceo potrebbe rivelarsi una vera spinta al settore. Senza apparire ingrato, il governo federale ha adottato una tattica diversa.
Recenti rapporti annuali [al Parlamento] hanno indicato che il 95% della spesa pubblicitaria federale è indicata per i giganti tecnologici extraterritoriali, mentre solo 944.000 dollari sono andati all’intero settore del cartaceo nel Paese (2022-23). Questa non è una politica seria.
Come i nostri cugini nei media mainstream e colleghi nel Consiglio Nazionale della Stampa e dei Media Etnici del Canada, sosteniamo questo punto da anni. Proprio la scorsa settimana, abbiamo ristampato una versione modificata di una presentazione da noi fatta presso la Commissione per il Patrimonio, della Camera dei Comuni, il 31 maggio 2016.
Per inciso, poiché le agenzie e il governo dovranno stabilire criteri su base proporzionale per orientare la distribuzione degli acquisti pubblicitari, sottolineiamo che, nonostante il cambiamento del carattere demografico dell’immigrazione, gli italiani costituiscono ancora un milione dei quattordici milioni di cittadini nell’Ontario. (censimento 2021).
La lettera del ministro Bethenfalvy afferma che un piano di attuazione deve essere pronto entro il 3 settembre 2024. Inoltre, la direttiva sarà successivamente rivista trimestralmente. Come avvertimento per coloro che sono tentati di “tirare fuori il Prosecco”, la lettera afferma che, se il piano non funziona per raggiungere gli obiettivi di “promuovere i contenuti e la cultura locale e sostenere i posti di lavoro in Ontario”, il governo potrebbe ritirare l’obbligo dei finanziamenti.
Nelle immagini in alto, la ristampa commemorativa della prima pagina del primo numero del Corriere Canadese, uscito nel giugno del 1954 (ai lati, pagine del Corriere Canadese di oggi)