Il Commento

Uno tsunami inarrestabile
nella politica scolastica:
i genitori sanno meglio di tutti

TORONTO – Quale strana società consente ad un candidato con una carica politica di dichiara che “i genitori non sanno nulla di educazione, quindi dovrebbero stare lontani dall’educazione dei propri figli nelle scuole”? Non sto parlando del Canada, ma dell'”elefante” della porta accanto negli USA.

Preparatevi; quello che succede lì di solito serve di modello ruolo per noi canadesi. E’ già successo in Virginia, e prossimamente qui.

Nelle elezioni di martedì gli elettori negli USA, hanno provocato un risultato che può essere descritto solo come uno tsunami politico contro il movimento cancel culture (cancellazione della cultura): la sconfitta, o la quasi sconfitta, di politici comodamente convinti della filosofia “woke” e opportunamente sistemati nei corridoi del potere sotto l’ombrello dei Democratici.

A giudicare dalle reazioni di stampa e di media ai risultati dei scrutini, sarebbe un eufemismo dire che il loro mondo è in preda ai “povero a me”, “come è potuto succedere a noi”, in una sorta di autocommiseramento. Eppure, come in tutto, niente è mai chiaro. New York City ha eletto il suo secondo sindaco nero, Eric Adams, un ex poliziotto che si oppone ai “woke” che invocano il definanziamento della polizia. Boston ha scelto un’americana taiwanese (pupilla della senatrice Elizabeth Warren) come la sua prima donna sindaco e persona di colore per quell’ufficio.

In Virginia, un neofita politico, Glenn Youngkin ha battuto un peso massimo della politica l’ex governatore, Terry McCauliffe per il governatorato. Il problema principale, o quello che ha galvanizzato il pubblico secondo molti punti di vista partigiani, era l’istruzione pubblica. Ancora più specificamente, chi nel sistema educativo dovrebbe prendere decisioni sull’adeguatezza dell’ambiente di apprendimento e del curriculum per i propri figli.

Non ha aiutato McCauliffe il fatto che le politiche delle scuole, oggi guidate dall’alto, sembrano ignare della realtà in questa loro zelanteria nell’implementare pratiche “trasformative”. I genitori si erano lamentati di questo quando la tragedia sotto forma di violenza sessuale ha colpito non una ma due ragazze, in due scuole separate.
Il presunto autore è uno studente biologicamente maschio che si è identificato come trans per ottenere l’accesso a un bagno femminile dove “lui” ha proceduto ad aggredire sessualmente una studentessa. Una volta scoperto, la soluzione è stata quella di spedire l’autore in un’altra scuola, dopodiché “lui” ha ripetuto l’atto contro una seconda vittima.

Potrebbe essere stato un caso di conseguenze non intenzionali, ma le iniziative “inclusive” hanno iniziato a cadere rapidamente in discredito. I genitori praticamente ovunque hanno chiesto l’eliminazione di rappresentanti “woke” delle amministrazioni scolastiche e dei loro consigli di rappresentanza. Youngkin ha cavalcato quel malcontento fino alla vittoria.

In Ontario, l’erosione dei diritti all’istruzione avviene a tradimento. Ogni genitore può scegliere tra le seguenti scelte educative per i propri figli: scuola a domicilio, scuola privata o scuola pubblica.

In quest’ultimo caso, la Costituzione offre ai cattolici (circa il 33% della popolazione) le proprie scuole [separate] dove il governo può fornire il proprio curriculum statale in un ambiente cattolico, dove vengono insegnati e promossi valori e principi cattolici. I cattolici non sono obbligati o sollecitati a mandare lì i loro figli.

Coloro che scelgono di farlo sono protetti dalla Costituzione, dalla Carta dei Diritti dei cittadini, dalla Legge sull’Istruzione, dalla Carta dei diritti umani, tra gli altri, che garantiscono che non ci saranno interferenze sulla loro scelta. In altre parole, solo il magistero – papa ex cathedra (in concilio) – può determinare cosa sia la teoria e la filosofia cattolica.

Il ministro dell’Istruzione è legalmente tenuto a rispettarlo. I fiduciari eletti dagli elettori cattolici, indipendentemente dalla loro fibra morale e forza d’animo interiore, sono obbligati per legge a proteggere i diritti confessionali di quegli elettori nel sistema educativo, indipendentemente da ciò che essi stessi possono credere.

Indipendentemente da quali altre considerazioni politiche fossero in gioco in Virginia e altrove negli Stati Uniti lo scorso martedì, i diritti fondamentali dei genitori di essere coinvolti e determinanti nell’educazione dei loro figli sono stati riaffermati quando Youngkin ha sconfitto McCauliffe.

Potrebbe essere il momento per i genitori di intraprendere un’azione simile qui in Ontario.

Photo by Kelly Sikkema on Unsplash

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