Il Commento

Interferenze illegali sul Provveditorato cattolico

TORONTO – Se siete sostenitori del sistema scolastico separato (cattolico) in Ontario, vale prestare attenzione a ciò che trasparirà il 16 dicembre alla riunione programmata del TCDSB. C’è un solo punto all’ordine del giorno: l’esame di un ricorso contro una decisione illegalmente presa dal Consiglio scolastico il 12 novembre.

Il risultato potrebbe scatenare azioni legali e ricadute politiche con il potenziale di falciare le ambizioni nei vertici di ogni partito politico e oltre. È una storia che, in varie fasi del suo sviluppo, è stata descritta come “abominevole” e “riprovevole”.

Ed è iniziata con un discutibile interferenza dell’autorità da parte di un ex capo della Commissione per i diritti umani (CDU), ora diventata giudice Renu Mandhane. In una lettera al TCDSB, datata 17 settembre 2019, ha “chiesto” e “ordinato” che il Consiglio includesse criteri del codice dei diritti umani sull’orientamento sessuale, le preferenze sessuali e l’identità sessuale come elementi di discriminazione non consentiti nel suo codice di condotta (Codice).

In retrospettiva, sia per capriccio che per disegno, stava da sola dettando un cambiamento nel dogma cattolico e così cancellando qualsiasi traccia di distinzione tra scuole pubbliche e scuole separate. Indipendentemente dalle opinioni sulla sostanza, in merito alla procedura la giudice era ben al di là della sua competenza e autorità.

Il TCDSB avrebbe dovuto gentilmente dirle NO, grazie! Lo stesso Codice dei diritti umani preserva specificamente i diritti scolastici concessi e guadagnati storicamente dai sistemi “separati” (cattolici in Ontario e protestanti – pubblici – nel Québec). Lo Statuto vieta l’interferenza governativa nelle scuole cattoliche.

In effetti, l’articolo 19, paragrafo 1, del Codice afferma che “la presente legge non deve essere interpretata in alcun modo per pregiudicare alcun diritto o privilegio che rispetti le scuole separate di cui godono i consigli scolastici separati o i loro sostenitori, ai sensi della legge sulla Costituzione del 1867 e della legge sull’istruzione. R.S.O. 1990, c. H.19, s. 19 (1)”.

Per maggiore chiarezza, ai sensi dello stesso Codice, articolo 19, paragrafo 2, essa estende le stesse preservazioni e protezioni agli insegnanti delle scuole cattoliche: “la presente legge non si applica alla legge sull’istruzione per quanto riguarda i doveri degli insegnanti. R.S.O. 1990, c. H.19, s. 19 (2)”.

Il Protocollo d’Intesa (MOU) tra la Commissione per i Diritti Umani e il Ministero del Procuratore Generale sottolinea il punto: “In caso di conflitto tra questo MOU e qualsiasi statuto (incluso il Codice) o regolamento, prevale lo statuto o il regolamento”.

“Qualsiasi statuto” include la legge sull’Istruzione pubblica. La legge vieta al Ministro di interferire direttamente o indirettamente negli affari religiosi del sistema cattolico. La sezione 230.19 (1) (a) è molto esplicita: “Nulla in questa parte autorizza il Ministro a interferire o controllare (a) gli aspetti confessionali di un consiglio cattolico romano”. Inoltre, ai sensi dell’articolo 230.19, paragrafo 2 (a), la legge ordina comportamenti ministeriali: “i poteri conferiti dalla presente parte vengono esercitati in modo coerente con, (a) gli aspetti confessionali di un consiglio cattolico romano.

Tuttavia, l’allora presidente del TCDSB ha coinvolto il Ministro Lecce in quella che era/è chiaramente una violazione dell’autorità costituzionale quando il dibattito sull’inclusione del linguaggio del Codice, in un ambiente educativo cattolico, è scoppiato durante una riunione del TCDSB del novembre 2019. Da allora, i fiduciari/trustee si sono divisi tra fanatici per i “diritti LBGTQ2+” (questioni risolte per legge, 15 anni fa) e coloro che riconoscono i loro doveri ai sensi della legge sull’istruzione e sulla Costituzione.

Il dibattito è diventato di tipo “armato” per volontà del primo gruppo. Manipolarono il contenuto di un rapporto confidenziale a seguito dell’investigazione di Michelle Bird  dello studio legale Rubin Thomlinson e lo resero pubblico, in modo disonesto. La Bird avrebbe accusato il fiduciario Del Grande di una presunta violazione del Codice di condotta per il linguaggio utilizzato dal fiduciario Del Grande. La “rivelazione” ha scatenato degli attacchi di isteria.

Bird aveva sostenuto che poiché aveva trovato il “tono” e la “superficialità” del linguaggio del fiduciario offensivi per alcune persone tra il pubblico (nessuno identificato) lo aveva giudicato in violazione. Purtroppo, nessuno ha voluto rilasciare la lettera di mandato chiedendole di includere “tono e superficialità” come prove di violazioni. Tuttavia, alcune persone più calme prevalsero, e Del Grande non fu trovato in violazione, in una seduta del Consiglio, riunito a scopo giudicante, il 20 agosto.

Aspettate! Un nuovo direttore è arrivato in carica a settembre e, su petizione, ha orchestrato una riapertura della questione. Da allora regna il pandemonio. Contro ogni consulenza legale ponderata e competente, il voto del 20 agosto è stato “riconsiderato”, facendo così a pezzi la reputazione del Consiglio, infangando ovunque l’immagine dei cattolici e lasciando aperto al contenzioso tutti gli interessati – compreso il ministro Lecce.

Se solo Renu Mandhane avesse letto la sezione 93 della Costituzione, la legge sull’istruzione, il suo codice per i diritti umani e il MOU che ha firmato con il Ministero del Procuratore Generale! Mercoledì il Consiglio cattolico – seguito l’appello del signor Del Grande – avrà un’altra occasione per “riconsiderare” il tutto. Non tratterrò il respiro. Questa è la stessa squadra che si è tuffata in un “territorio illegale” fin dall’inizio!

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