Il Commento

Lingua italiana al York Catholic in pericolo

TORONTO – Il motto americano “In God we Trust” (Confidiamo in Dio) può fungere da guida nella lettura di questo articolo.

Per coloro che non valutano la lingua come un utile “strumento” nella vita, basta considerare i miliardi di dollari che il governo canadese e i governi provinciali/territoriali spendono ogni anno per affermare il concetto di bilinguismo come politica linguistica ufficiale del Paese.

Queste spese supportano l’idea che le parole culturali – le ideologie che plasmano, trasmettono e convalidano attraverso la letteratura, la filosofia e la religione – siano parte integrante del senso di autostima di un individuo e di una comunità. Canada, Australia e altri Paesi stanno spendendo enormi quantità di capitale liquido, ogni anno, per ripristinare e promuovere le lingue indigene.

C’è un aspirante a un partito politico nel Paese che si aspetta di avere successo senza la flessibilità di operare in una seconda lingua ufficiale? La lingua ha un ruolo quasi altrettanto significativo nelle relazioni internazionali e nel commercio. I nostri sistemi educativi ignorano questa realtà a nostro e loro svantaggio ed a discapito dei nostri figli che quegli stessi sistemi si propongono di preparare alle sfide della vita.

Alcuni membri del Consiglio Scolastico Cattolico di York (YCDSB), guidati da Angela Saggese e Maria Iafrate, hanno agito in base a questo concetto. Hanno collaborato con enti locali del settore privato e comunitario e, grazie all’assistenza e all’intervento del Console Generale d’Italia (Luca Zelioli), hanno ottenuto fondi a disposizione delle comunità della diaspora per istituire programmi di lingua italiana come parte di una materia “curriculare regolare” (giornata prolungata) nelle scuole elementari dove “i numeri lo giustificano”.

Dopo l’applauso iniziale in primavera, alcuni membri del Consiglio Scolastico e dell’Amministrazione stanno frenando l’attuazione del progetto. Guardate le parti rilevanti del “dibattito” allo YCDSB, 30 settembre (il video – da 1:14:00 a 2:16:00 è quello qui sotto – LO YCDSB HA RIMOSSO IL VIDEO DAL PROPRIO CANALE YOUTUBE NEL POMERIGGIO DI IERI).

Un membro della comunità dei genitori, rappresentato da Laura De Francesco, ha chiesto con decisione e vigore l’immediata attivazione del programma presso la sua scuola, che conta 900 studenti della scuola elementare, la maggior parte dei quali di origine italiana. Il Consiglio dei Trustee deve ancora condurre un “sondaggio ufficiale” per valutare il potenziale interesse. De Francesco sostiene che il suo sondaggio informale/non approvato dal Consiglio dei Trustee abbia indicato un sostegno nell’ordine del 90%. Altre ventuno scuole offrono un programma dopo l’orario regolare.

La trustee Saggese ha svolto una presentazione nel tentativo di dimostrare che l’offerta è “chiarissima” (parole mie): (1) un numero critico di studenti per garantire il successo delle iscrizioni e interruzioni minime per l’adeguamento degli orari degli autobus; (2) un curriculum esistente con personale qualificato disponibile; (3) studenti disponibili/entusiasti; (4) genitori alquanto convinti; (5) sostegno finanziario dal settore privato; e (6) un contributo finanziario di una terza parte interessata: il governo italiano. Costo per lo YCDSB? Praticamente zero!

Purtroppo almeno tre amministratori sembrano spinti dal “desiderio di uccidere il programma prima che decolli”, in particolare Grella e Wigston, eletti da Vaughan – il centro della comunità a York Region. Che Dio ci aiuti tutti.

Traduzione in Italiano (dall’originale in Inglese) a cura di Marzio Pelù

Nelle foto in alto: a sinistra, la trustee Angela Saggese durante l’illustrazione del programma; a destra, Laura De Francesco, mamma nella scuola “Pope Francis”, che sostiene il progetto

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