Il Covid-19 in Italia

In Italia 4.259 nuovi casi
e 21 ulteriori decessi

ROMA – Sono ancora in aumento i nuovi casi di Covid-19, in Italia. Anche ieri, infatti, sono stati 4.259 i positivi ai test, oltre 700 in più rispetto a martedì. Sono invece 21 le vittime registrate. 235.097 i tamponi molecolari e antigenici effettuati su tutto il territorio nazionale, con il tasso di positività salito all’1,8%. In leggero calo le terapie intensive. Erano ieri 158 i pazienti Covid tuttora ricoverati in terapia intensiva, 7 in meno della giornata precedente. I ricoverati con sintomi da coronavirus, ma degenti nei reparti ordinari, sono 1.196, due in più rispetto a martedì.

Nel frattempo è stato pubblicato il nuovo aggiornamento sui casi Covid-19 registrati tra i vaccinati, elaborato dall’Istituto superiore di sanità (Iss). “Se le vaccinazioni anti-Covid nella popolazione raggiungono alti livelli di copertura, si verifica l’effetto paradosso per cui il numero assoluto di infezioni, ospedalizzazioni e decessi può essere simile tra i vaccinati rispetto ai non vaccinati”, si legge nell’aggiornamento dell’Iss. “In questi casi, però – prosegue il documento – l’incidenza, intesa come rapporto tra il numero dei casi e la popolazione, è circa 10 volte più bassa nei vaccinati rispetto ai non vaccinati. Questi numeri, se letti correttamente, quindi, ribadiscono quanto la vaccinazione sia efficace”.

I numeri della pandemia di Covid-19 nella popolazione vaccinata sono ’falsati’ da un effetto “paradosso atteso e ben conosciuto, che bisogna saper riconoscere per evitare preoccupazioni e perdita di fiducia nella vaccinazione” spiega l’Istituto superiore di sanità.

“La vaccinazione anti Covid-19, come accade per tutte le vaccinazioni, non protegge il 100% degli individui vaccinati”, premette l’Iss. “Attualmente – ricorda – sappiamo che la vaccinazione, se si effettua il ciclo vaccinale completo, protegge all’88% dall’infezione, al 94% dal ricovero in ospedale, al 97% dal ricovero in terapia intensiva e al 96% da un esito fatale della malattia. È quindi possibile e atteso un limitato numero di casi di infezione, di ricoveri ospedalieri, di ricoveri in terapia intensiva e di decessi anche tra i vaccinati, in numeri estremamente più bassi se confrontati a quelli che si verificano tra i soggetti non vaccinati”.

“Con l’aumentare della copertura vaccinale – prosegue l’Iss – decresce il numero dei casi proprio per l’efficacia della vaccinazione: questo comporta che i pochi casi tra i vaccinati possano apparire proporzionalmente numerosi; in gruppi di popolazione con una copertura vaccinale altissima, la maggior parte dei casi segnalati si potrebbe così verificare in soggetti vaccinati, solo perché la numerosità della popolazione dei vaccinati è molto più elevata di quella dei soggetti non vaccinati. I sistemi di sorveglianza, inoltre – conclude l’Iss – non rendono evidenti i casi di malattia evitati dalla vaccinazione, ma fanno emergere solo quelli che si ammalano malgrado la vaccinazione”.

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