La riflessione

“Anno nuovo, vita nuova”:
ma è proprio necessario?

Penso che al mondo ci siano due tipi di persone. Quelle che il giorno prima di Capodanno stilano la lista di buoni propositi e speranze per l’anno seguente e quelli che le speranze le già hanno perse da un pezzo e vedono il “nuovo inizio” in modo molto pessimistico.

Io mi schiero nel primo gruppo, perché fare liste e rispettarne meno della metà mi diverte molto, ma mi sento di dover giustificare anche il comportamento di coloro ai quali se c’è o non c’è Capodanno, non frega assolutamente niente. Per loro il primo dell’anno con una cifra in più rispetto a quello passato, non cambierà il giro che fa la Terra e non ti farà diventare milionario. Quindi, secondo loro, tanto vale non dargli tutto quel peso che noi extramotivati gli diamo.

In effetti non hanno tutti i torti. Forse più che pessimisti potremmo chiamarli dei realisti con gli attributi! E poi se hai un obiettivo e vuoi raggiungerlo, perché aspettare il 1° gennaio e non mettersi subito a lavoro?

A mio parere, ci sono diverse opzioni/opinioni a riguardo.

1. Esteticamente parlando, partire insieme ai primi giorni dell’anno entrante è più ganzo. Ti senti fresco la mattina dopo il cenone della Vigilia e sei pronto a portare a termine tutti gli obiettivi prefissati il giorno prima (ma poi accade davvero?) …sei carico, la tua giornata è scandita da “tasks” assolutamente fattibili: ti svegli alle 6 per andare a correre, ti lavi e sei pronto per scrivere l’introduzione per il tuo nuovo libro, fai la spesa e sistemi tutta casa, termini la giornata super produttiva sul letto distrutto ma soddisfatto del lavoro svolto! Segni le cose fatte e quelle da fare per il giorno dopo. Va sempre così, giusto?

2. Rimandare le cose da fare ci piace! Procrastinare è uno sport che tutti possono praticare. “Lo faccio domani”; “inizio lunedì”; “con l’anno nuovo mi ci metto sul serio” (ma poi succede davvero?)

3. Vogliamo fare bella figura con gli amici. Le persone organizzate mi hanno sempre affascinata. Emanano sempre quella forza motivazionale che ti fa venire voglia di essere come loro! Quando diciamo agli amici che siamo pronti a fare del nostro meglio per diventare la versione migliore di noi stessi, o ci ridono in faccia o ci caricano ancora di più, e noi ci sentiamo forti come quei body builder che in palestra alzano il peso specifico di 4 adolescenti. Soprattutto negli ultimi anni la produttività è diventata un luogo comune. Più produttivo sei, più cose fai e più avrai possibilità di un futuro prospero e insomma, una marcia in più in tutto. Il mondo corre e tu devi andare il più veloce possibile per non rimanere indietro. Online o nelle librerie, sono sempre disponibili guide su come realizzarsi nella vita, liste già pronte da seguire con costanza e biografie di coloro che “ce l’hanno fatta”.

Ma un momento per respirare nella lista c’è?!? In questi tempi la mania di fare e brigare ha preso il sopravvento…

1) Se non ti laurei entro i 25 anni sei un fallito.

2) Se a 20 vivi ancora con i tuoi sei un bambino.

3) Se a 19 non hai la patente non sei abbastanza indipendente.

4) Se a 30 non hai messo su famiglia sei necessariamente un finto ragazzetto che fa festa il sabato sera.

Il peso di tutto questo non è facile da reggere e non è nemmeno sano farlo.

Siamo perseguitati da voci che ci ripetono che se “non fai” allora non sarai soddisfatto nella tua vita, che il tempo passa troppo velocemente per fermarsi un attimo a guardare la forma delle nuvole.

E allora forse, far parte del gruppo che il nuovo anno non lo sente affatto e preferisce concentrarsi sul sapore che ogni giorno ha, invece di sudare venti camicie per raggiungere l’irraggiungibile, non deve essere poi così male.

Detto questo, ormai a distanza di qualche giorno dall’1 gennaio 2022, vi auguro un buon anno. E di non sentirvi obbligati a dare sempre il meglio di voi.

Image by Gerd Altmann from Pixabay

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