WASHINGTON – “Il tempo è adesso”. Il presidente americano Joe Biden nel suo discorso d’apertura del Summit online sulla terra ripete questa frase più volte, mentre illustra gli obiettivi ambiziosi del suo Paese in termini di taglio delle emissioni di carbonio e di creazione di milioni di posti di lavoro legati alla green economy.
“Dobbiamo muoverci. Dobbiamo muoverci rapidamente per mantenere il riscaldamento globale a un massimo di 1,5 gradi Celsius al di sopra dei tempi preindustriali”, ha detto Biden annunciando che gli Stati Uniti taglieranno “del 50% le emissioni di gas serra entro la fine di questo decennio”.
È iniziata ieri, in concomitanza con la Giornata internazionale della Terra, la due giorni di lavori in videoconferenza del Leaders Summit on Climate convocato dal presidente degli Stati Uniti, Joe Biden. All’iniziativa sono stati invitati 38 tra primi ministri e capi di Stato, tra i quali il premier italiano Mario Draghi, oltre che la presidente della Commissione europea Ursula Von der Leyen e il presidente del Consiglio d’Europa, Charles Michel.
“Innanzitutto voglio ringraziare il presidente Biden – ha detto il Premier Mario Draghi – il suo è un totale cambio di politica sull’ambiente e abbiamo fiducia sul fatto che insieme possiamo vincere questa sfida”. E ancora: “L’Italia è un Paese bellissimo ma molto fragile. La battaglia per il cambiamento climatico è una battaglia per la nostra storia e per il nostro paesaggio. Ci dedicheremo alla sostenibilità e, allo stesso tempo, avremo un approccio multilaterale”.
L’incontro è stato convocato a Washington anche se i leader vi hanno preso parte da remoto a causa della pandemia di Covid-19. Tra i temi che sono stati discussi la riduzione delle emissioni di gas inquinanti nell’ottica di limitare il riscaldamento medio della temperatura terrestre a non più di 1,5 gradi celsius e i benefici economici e sociali della transizione ecologica. Ha preso parte all’incontro anche il presidente della Cina, Xi Jinping.
Nonostante le tensioni su vari temi Washington e Pechino, le due maggiori economie del mondo e tra i Paesi più inquinanti in assoluto, hanno pubblicato un comunicato congiunto la settimana scorsa con il quale hanno annunciato un impegno a contrastare il cambiamento climatico “con la serietà e l’urgenza che merita”.
Biden ha definito il cambiamento climatico la “crisi esistenziale del nostro tempo” che richiederà uno sforzo internazionale molto più ampio. “I segni sono inconfondibili. La scienza è innegabile. E il costo dell’inazione continua a salire”, ha continuato Biden dicendo che il prossimo decennio sarà “decisivo” e che “gli Stati Uniti non staranno ad aspettare. Stiamo decidendo di agire, non solo il nostro governo federale, ma le nostre città e i nostri stati in tutto il nostro paese, piccole imprese, grandi società e i lavoratori americani in ogni settore”.
Rivolgendosi poi ai 40 capi di stato collegati online, il presidente americano ha ribadito che “i nostri Paesi da adesso alla conferenza di Glasgow (Cop26) lanceranno il nostro mondo verso il successo” e questo “è un momento di straordinarie possibilità che va oltre la scelta di preservare il nostro Pianeta. Riguarda anche la possibilità di dare un futuro migliore a noi tutti” perché “nessun Paese da solo può salvare” la Terra ma “possiamo farlo tutti insieme” e “soprattutto chi rappresenta le economie più grandi”.
Biden si è poi concentrato sul lavoro e ha definito la crisi climatica “un’opportunità per creare milioni di posti di lavoro ben pagati per la classe media”.
“Quando parlo di clima, penso al lavoro. All’interno della nostra risposta sul clima si trova una straordinaria possibilità di creazione di posti di lavoro e un’opportunità economica pronta per essere accesa”, ha detto Biden, sollecitando investimenti nelle infrastrutture. “Voglio costruire infrastrutture critiche per produrre e implementare tecnologie pulite, sia quelle che possiamo sfruttare oggi sia quelle che inventeremo domani”, ha spiegato il presidente.
Il discorso di Biden è stato preceduto dal vicepresidente Kamala Harris che ha sottolineato la comune preoccupazione dei leader politici per il climate change. “In quanto comunità globale, è imperativo agire rapidamente e insieme”, ha dichiarato la Harris, invitando all’innovazione e alla collaborazione “in tutto il mondo”. “È imperativo, come comunità globale, agire con rapidità e insieme contro la crisi rappresentata dai cambiamenti climatici” ha detto la Harris.
La lotta contro i cambiamenti climatici è un impegno di giustizia, perché spesso le persone più esposte alle minaccia sono anche le più colpite, come nel caso delle comunità native. Abbiamo sperimentato “temperature bollenti, devastanti tempeste e epici incendi”, insomma, “siamo all’allarme rosso” e “sull’orlo dell’abisso, dobbiamo assicurarci che il prossimo passo sia verso la giusta direzione”, ha aggiunto Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni unite. “Abbiamo bisogno di un pianeta verde” e “ogni leader deve agire” per “rendere questo decennio quello della trasformazione”.