Il Commento

Tutta la politica è locale (se vivi in una grotta)

TORONTO – È una delle dichiarazioni politiche più ciniche di tutti i tempi. Eppure cattura l’essenza del comportamento – e dello stato – umano: farò ciò che è bene per me. La sfida per una leadership politica di successo è quella di allargare la tenda e la definizione di “me” di mettere in atto una struttura e un meccanismo di supporto che incoraggi il consenso, perché i benefici superano di gran lunga le alternative.

Si tratta di una filosofia politica alla base delle reti cooperative come il G-7: la facilitazione degli scambi economici promuove la comunanza di interessi politici. Nella sua forma più semplice, si tratta della definizione di un modello di lavoro per qualsiasi Confederazione – come quella canadese – o l’Unione Europea. L’Italia e il Canada apportano prospettive a tali discussioni ineguagliate dall’esperienza di altri.

Non sorprende, quindi, che Italia e Canada, tramite i loro Primi Ministri, cerchino di trovare questi interessi sovrapposti. Grazie alla pratica che obbliga il governo che ospita la riunione annuale del G7 degli Stati partecipanti – quest’anno, l’Italia – a visitare le controparti per discussioni esplorative di persona su potenziali punti all’ordine del giorno, la Presidente del Consiglio italiana, Giorgia Meloni, sarà qui questo fine settimana per un incontro vorticoso con il Primo Ministro Justin Trudeau.

Varie fonti che citano dati provenienti da entrambi i Paesi e supportati da organizzazioni internazionali che misurano il prodotto interno lordo (PIL) e la complessità economica (CE) collocano l’Italia e il Canada rispettivamente all’8° e al 9° posto nel mondo in termini di potere economico.

I generatori di ricchezza del Canada sono le abbondanti risorse naturali, l’energia, il settore agroalimentare, quello automobilistico e quello farmaceutico. La sua economia, però, è “continentale” in quanto circa l’85% del suo commercio dipende dagli scambi con gli Stati americani. Gli enti di marketing che regolano il business agroalimentare funzionano più come “protettivi, anti-concorrenza (da parte di entità straniere)” che come fornitori e promotori di un’agenzia made-in- Canada.

Il mercato delle esportazioni italiane è, in confronto, molto più globale. Innanzitutto, gode dei vantaggi di accordi commerciali reciproci su beni, servizi, mobilità del “lavoro”, tecnologia innovativa, “cultura” e prodotti finiti con gli altri 27 Paesi membri dell’Unione Europea.

Il mercato italiano è un ambiente competitivo in cui la qualità è della massima importanza. I suoi produttori riflettono una politica palese e deliberata di vendere un marchio Made in Italy, con un organismo di regolamentazione che ne garantisca l’autenticità e che ne attesti i livelli di qualità.

Non sorprende che, secondo l’Osservatorio sulla complessità economica mondiale, ci siano solo una manciata di paesi in cui gli esportatori italiani generano vendite inferiori a quelle delle loro controparti canadesi. Abbiamo molto da imparare. Abbiamo firmato un accordo commerciale globale Canada-Europa (CETA) nel 2017, ma dobbiamo ancora attuarlo completamente, in parte perché i produttori agricoli europei si oppongono ancora alla resistenza canadese ad aprire i nostri confini ai loro prodotti.

Secondo StatsCan, lo scorso anno, su base mensile, il valore medio delle esportazioni italiane verso il Canada (poco meno di 1 miliardo di dollari) ha superato di tre a uno le importazioni italiane dal Canada (circa 300 milioni di dollari).

Meloni e Trudeau hanno entrambi interesse a far crescere la dimensione/quantità di tale scambio. La Meloni nuota in un ambiente politico che è una vera e propria vasca di squali. Trudeau ha un orso grizzly arrabbiato come vicino politico.

Oggi, per quanto urgente e “locale” possa essere la loro politica, il loro approccio a questo incontro potrebbe richiedere che rimangano concentrati sul quadro generale e forniscano indicazioni alle loro istituzioni affinché facciano lo stesso.

Nella foto in alto: il Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, con il Primo Ministro Justin Trudeau a Kiev, alcuni giorni fa, durante una riunione in videoconferenza dei Capi di Stato e di Governo G7 (foto: www.governo.it)

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