Canada

Trump alza il tiro, dazi su acciaio e alluminio

TORONTO – Inutile girarci attorno: per i prossimi quattro anni dobbiamo prepararci a stare sulle montagne russe. Le nostre relazioni con gli Stati Uniti saranno inevitabilmente segnate da alti e bassi, frutto dell’imprevedibilità dell’inquilino della Casa Bianca. A tre settimane dalla possibile implementazione dei dazi su tutti i prodotti canadesi che entrano nel mercato americano, ecco che arrivano improvvisamente le tariffe imposte da Donald Trump sull’alluminio e sull’acciaio che gli States importano dal resto del mondo. Un provvedimento, quello ratificato dal presidente americano, che era stato annunciato domenica sera, a bordo dell’Air Force One, dopo la consueta tiritera sul Canada prossimo 51° Stato della confederazione americana, il tutto condito da inesattezze, dati che non corrispondono al vero e numeri smentiti sia da Statistics Canada sia dal Dipartimento americano del commercio estero.

Quella dei dazi mirati sull’acciaio e sull’alluminio, peraltro, non rappresenta certo una novità per il Canada. Già durante la prima amministrazione Trump, il magnate aveva imposto tariffe doganali del 25 per cento sull’acciaio e del 10 per cento sull’alluminio, salvo poi tornare indietro sui propri passi garantendo un’esenzione ad alcuni Paesi, tra i quali il Canada, il Brasile e il Messico. Esenzione questa che poi era stata estesa ad altri Paesi sotto la successiva amministrazione Biden.

Ora Washington è decisa a ripetere quanto fatto nel 2018, considerato questo come il preambolo di quanto potrebbe succedere a partire da marzo, quando scadrà la pausa provvisoria sui dazi contro il Canada e il Messico attivati dal tycoon newyorchese e messi in naftalina per un mese a poche ore dall’entrata in vigore a inizio febbraio. Il governo canadese è pronto a rispondere duramente alla nuova minaccia che arriva da Washington, in questa riproposizione in salsa trumpiana di obsolete ricette economiche e commerciali – il protezionismo più bieco e retrivo – che la storia ha ormai ampiamente bocciato.

Grande preoccupazione, ovviamente, è stata espressa dalle varie associazioni di categoria. “Siamo profondamente preoccupati – ha fatto sapere Catherine Cobden, presidente e CEO della Canadian Steel Producers Association – che il presidente degli Stati Uniti Donald Trump minacci nuovamente ulteriori dazi sul Canada, questa volta prendendo di mira direttamente i settori dell’acciaio e dell’alluminio. Anche se i dettagli rimangono poco chiari, analizzeremo l’ordine del presidente una volta che sarà rilasciato e avremo altro da dire in quel momento”.

La Camera di Commercio canadese ha affermato che l’incertezza sulle tariffe è dannosa per le imprese e i consumatori sia in Canada che negli Stati Uniti.”In un momento in cui l’accessibilità economica e l’inflazione sono al primo posto sia per gli americani che per i canadesi, l’aggiunta di nuove tasse e costi semplicemente non ha senso”, ha dichiarato Matthew Holmes, vicepresidente esecutivo della Camera. “Abbiamo visto stime che con queste tariffe potrebbero far salire il prezzo di un’auto in media di migliaia di dollari. La nostra analisi Trade Tracker lo dice chiaramente: i dazi metteranno in pericolo i posti di lavoro su entrambi i lati del confine”, ha sottolineato.

In alto, il presidente Usa Donald Trump (foto Karoline Leavitt, Casa Bianca)

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