Toronto

Charles Sousa eletto a Mississauga:
affluenza ai minimi,
i tory non sfondano

TORONTO – Charles Sousa (nella foto sopra) è il nuovo deputato federale del distretto di Mississauga-Lakeshore. L’ex ministro provinciale delle Finanze, candidato nelle fila del Partito Liberale, ha battuto il conservatore Ron Chhinzer con un netto margine, ben al di sopra di quanto si potesse prevedere dagli ultimi sondaggi che invece lasciavano intendere come nella circoscrizione ci sarebbe stato un testa a testa all’ultimo voto. Bassissima l’affluenza – e questo era un dato ampiamente previsto – ferma al 26,5 per cento degli aventi diritto. Sousa ha raccolto 12.194 preferenze, pari al 51,2 per cento, mentre lo sfidante tory non è andato oltre il 37,3 per cento con 8.873 voti totali. Per quanto riguarda gli altri partiti, Julia Kole dell’Ndp ha totalizzato il 4,9 per cento, la verde Mary Kidnew 3,2 per cento e Khaled Al-Sudani del People’s Party l’1,2 per cento. Del tutto marginali i voti per gli altri 36 candidati, tutti indipendenti eccetto Sébastien Corhino del Rhino Party, fermo allo 0,1 per cento.

“Come vostra voce a Ottawa, voglio che sappiate che sono qui per fornire supporto, per lavorare con voi e la comunità, e per essere pragmatici nel trovare le giuste soluzioni a quelle sfide che affrontiamo “, ha detto Sousa durante un discorso di vittoria.

“È un onore servire questa grande comunità e unirmi al team di Ottawa che condivide questi valori”. Sousa ha sottolineato come la sua vittoria dimostri che le persone si preoccupano di “soluzioni reali, non di espedienti” per proteggere l’ambiente e far crescere l’economia.

“Abbiamo un sacco di cose buone che accadono in Canada e qui a Mississasuga, Lakeshore. Andremo avanti in modo positivo”, ha detto.
Chhinzer, candidato per la prima volta, è stato un agente di polizia di Toronto per 15 anni e ha iniziato a lavorare per la polizia regionale di Peel nel 2021.

Ha fatto una campagna elettorale promettendo di ridurre il crimine violento e il furto di veicoli a Mississauga-Lakeshore. Chhinzer ha detto che lui e il suo team hanno dato il 150% durante la campagna elettorale, anche se il risultato finale non è stato quello sperato.

Sousa così ritorna sulla scena che conta dopo quattro anni di pausa. Eletto per la prima volta nel parlamento provinciale dell’Ontario nel 2007, Sousa ha ricoperto numerosi incarichi di governo – ministro dell’Immigrazione e poi del Lavoro – fino a diventare nel 2015 il ministro delle Finanze nell’amministrazione liberale guidata dall’allora premier Kathleen Wynne. Alle elezioni del 2018 venne sconfitto dal conservatore Rudy Cuzzetto in un voto che decretò il cambio di governo accompagnato da una disfatta storica per i liberali provinciali.

Queste elezioni suppletive, pur non incidendo in alcun modo nei rapporti di potere alla House of Commons, hanno diversi risvolti degni di nota. In primo luogo, nonostante i sondaggi continuino ad indicare le difficoltà del Partito Liberale nell’elettorato canadese, quando si tratta di andare alle urne i grit tengono. In secondo luogo, la sconfitta di ieri è la prima per i conservatori da quando Pierre Poilievre è diventato leader del partito. È quindi un segnale significativo, di cui il neo segretario e il suo stretto entourage dovranno tenere conto nei prossimi mesi.

In questi mesi alcune gaffe politiche di Poilievre hanno rallentato la sua corsa nei sondaggi, abbreviando la luna di miele con la base conservatrice e più in generale con quella fetta dell’elettorato canadese che non si riconosce più nell’azione di governo del primo ministro Justin Trudeau.

Il rinnovato sostegno di Poilievre alla protesta del cosiddetto Freedom Convoy appare davvero assurda, anche per quanto emerso le scorse settimane durante le testimonianza presso la commissione d’inchiesta pubblica di Ottawa, così come sembra abbiano danneggiato il leader tory il suo attacco a testa bassa contro Bank of Canada e il suo sostegno alle criptovalute.

Infine, una considerazione sul voto di lunedì. Nel distretto di Mississauga-Lakeshore si sono presentati ben 40 candidati, nuovo record per le elezioni federali: solo 5 di questi correvano nelle fila di un partito, mentre altri 35 si presentavano come indipendenti.

Alcuni risultati sono stati davvero imbarazzanti: Alain Lamontagne ha preso 1 voto su 23.800, Pascal St-Amand hanno raccolto 2 preferenze, mentre 14 candidati hanno preso meno di 10 voti.

Insomma, non li hanno votati nemmeno le mogli, i mariti, i figli, i parenti e gli amici.

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