Summit G7, è conto alla rovescia. Pressing sugli Usa per l’accordo
TORONTO – Scatta il conto alla rovescia in vista del summit G7 di Kananaskis. Dal 15 al 17 giugno i Grandi della Terra si incontreranno in Alberta per un vertice di vitale importanza, il primo dopo l’inizio delle tensioni globali provocate dai dazi doganali imposti dal presidente americano Donald Trump. Ieri l’ufficio del primo ministro Mark Carney ha annunciato che il premier inglese Keir Starmer sarà nel nostro Paese a ridosso del G7, il 14 e 15 giugno, per una visita ufficiale. E il viaggio, ovviamente, è da leggere nella volontà del governo canadese di ribadire il rapporto privilegiato che lega Ottawa con Londra, sulla falsariga di quanto già fatto con la lettura del Discorso dal Trono di Re Carlo III.
Allo stesso tempo continua il pressing diplomatico da parte dell’esecutivo liberale per arricchire il summit di Kananaskis con altre attori importanti del palcoscenico geopolitico. Incassato il sì del premier indiano Narenda Modi, Carney punta sulla presenza del principe ereditario dell’Arabia Saudita Mohammed bin Salman, mentre è di martedì l’ok arrivato da Città del Messico per la presenza in Alberta della presidente Claudia Sheinbaum, che ha accettato l’invito del governo canadese dopo aver tentennato per settimane. I temi in agenda, come confermato all’inizio della settimana dall’ufficio del primo ministro, saranno quelli della sicurezza, della ricerca della pace nei due principali conflitti – Ucraina e Medioriente – a l’energia.
Manca all’appello il nodo dei dazi, che almeno ufficialmente non sarà affrontato durante i lavori ufficiale del summit, ma che logicamente sarà discusso nei vari incontri bilaterali che faranno da corollario al vertice G7.
Eppure il pressing di Ottawa si sta intensificando. È delle ultime ore la notizia di uno scambio di documenti tra le due amministrazioni per un potenziale accordo quadro sul commercio. Se confermate, le voci che rimbalzano nelle due capitali rappresenterebbero un segnale molto positivo.
Da questo punto di vista l’accordo sui dazi annunciato ieri dagli Stati Uniti e dalla Cina potrebbe in qualche modo facilitare un clima di de-escalation dopo le tensioni commerciali vissute da quando l’inquilino della Casa Bianca ha iniziato ad attivare politiche protezionistiche che hanno colpito anche e soprattutto i suoi più fidati alleati.
E per il Canada, che deve ancora sottostare ai dazi imposti da Washington, l’obiettivo è quello di trovare un terreno comune con il presidente americano per raggiungere nell’immediato futuro a un accordo che metta definitivamente da parte le incomprensioni degli ultimi mesi.
Ma la strada da percorrere è ancora lunga e il risultato, visto che l’imprevedibilità è ormai diventata il marchio di fabbrica dell’amministrazione Usa, non è affatto scontato.
In alto, Mark Carney in un recente incontro con il premier inglese Keir Starmer (foto: X – Carney)