TOKYO – La marcia azzurra ne ha regalate tante di medaglie olimpiche all’Italia, sin da quella conquistata proprio a Tokyo, nell’edizione dei Giochi di 57 anni fa, dal fiumano Abdon Pamich che vinse l’oro nella massacrante 50 chilometri. Oggi è toccato al pugliese Massimo Stano – nato a Grumo Appula, alle porte di Bari – trionfare nella 20 km di marcia olimpica, sulle stesse strade battute da Pamich tanti anni fa.
La marcia – “tacco e punta”, come vuole la tecnica del passo – è una disciplina snervante e massacrante dell’atletica leggera. Bisogna avere forza, tenacia e grande controllo della propria tecnica di marcia, per evitare le squalifiche dei giudici. E Massimo è stato splendido, impeccabile. Il marciatore pugliese delle Fiamme Oro conquista la vittoria in una gara durissima e in condizioni meteo estreme.
Ma l’umidità del Giappone e il caldo torrido non fermano Stano, che resta nel gruppo di testa dal primo all’ultimo chilometro per poi attaccare a tre chilometri dal traguardo e seminare i giapponesi Ikeda e Yamanishi, rispettivamente argento e bronzo.
“Sono veramente felice. – ha detto Stano, dopo aver conquistato l’oro olimpico – “Nell’ultimo mese e mezzo me lo sono detto tante volte: sono il più forte del mondo. E anche in gara me lo sono ripetuto. Pensavo: fate tutto quello che volete ma io sono il più forte. Ho sperato che ci fossero caldo e umidità perché in queste condizioni a quanto pare io soffro meno degli altri” ha ammesso.
“Dalle vittorie di Jacobs e Tamberi – ha proseguito il marciatore azzurro – mi è arrivata una spinta in più. Dedico questa medaglia a mia figlia Sophie e a mia moglie Fatima”.
Sandro Donati, già allenatore della nazionale italiana di atletica leggera e profondo conoscitore della marcia, ha così commentato la grande vittoria del marciatore pugliese: “È stata veramente entusiasmante. Stano era stato squalificato ingiustamente ai Mondiali (del 2019, a Doha, ndr) quando marciava meglio di tutti. È bello vedere invece come Stano si sia riscattato a questi Giochi: è la dimostrazione che la marcia italiana è capace di creare atleti di livello in diverse zone del Paese e con una pluralità di allenatori”, ha concluso.
Già a quota 35 medaglie conquistate, la spedizione azzurra a Tokyo sembra oramai destinata a battere il suo record assoluto per una singola edizione dei Giochi. A tre giornate dal termine di queste Olimpiadi giapponesi, gli atleti italiani – guidati dal presidente del Comitato Olimpico Nazionale, Giovanni Malagò – sono in grado di fare meglio delle edizioni di Los Angeles 1932 e di Roma 1960, quando furono 36 le medaglie complessive conquistate dagli azzurri.
Tra ciclismo su pista, atletica leggera, con le maratone e la marcia – sia maschile, che femminile – la lotta libera, il karate e la ginnastica ritmica, gli azzurri saranno certamente in grado di aumentare il già formidabile bottino di medaglie conquistate in questa per noi straordinaria Olimpiade di Tokyo.